La guerra del Corona virus non è una guerra. Direi, piuttosto, una sfida. Vediamo perciò di comprendere insieme i termini di questa sfida.
Al suo insorgere, effettivamente, la dimensione “epidemica” che di volta in volta coinvolgeva singoli paesi, metteva in campo dispositivi di intervento, e dunque forme di pensiero, riflesso di modelli ancora tradizionali. In un saggio del 2010, Byung-Chul Han rifletteva sugli scenari contemporanei rilevando il generale attardamento delle società, quelle occidentali in testa, su modelli desueti. Modelli che nella sua lettura riflettevano un paradigma “immunologico” non più capace di cogliere la complessità contemporanea. Di questa, infatti, ne sottolineava la sostanziale incompatibilità col precedente modello immunologico. I modelli del passato sono quelli di un’epoca che chiama “batterica” dove è essenziale la presenza di un “altro” contro il quale opporsi. Ma l’epoca contemporanea è piuttosto un periodo “virale”, un tempo, cioè, in cui non esiste più una distinzione netta tra interno ed esterno, tra amico e nemico. Tanto la sfera biologica quanto quella sociale, in sostanza, sono state caratterizzate da dinamiche di “attacco e difesa” che hanno trovato nell’Altro, nell’Estraneo il necessario opposto. Oggi “al posto dell’alterità abbiamo invece la differenza che non provoca alcuna reazione immunitaria”[1]. Leggi tutto “Corona virus, accettare la sfida”