È di questi tempi recenti la questione relativa alla diminuzione dei giorni di ferie dei magistrati. 51 giorni sarebbero troppi. Ma facendo il confronto con altre categorie di pubblici dipendenti si ripete il gioco perverso che attacca una categoria e ne salva nell’ombra un’altra, mantenendo una iniquità che produce rabbia sociale. Prendiamo ad esempio il mondo della scuola. I lavoratori inquadrati nei ruoli non docenti sono soggetti alla normativa nota. Per i docenti, invece, il contratto di categoria pone un vincolo severo: la presenza di attività didattica. In sostanza, ogni volta che gli alunni sono assenti, vige il principio che essi non debbano lavorare, fatti salvi alcuni obblighi funzionali all’attività didattica. Ci si riferisce a compiti ritenuti accessori e gestiti come tali persino dal CCNL, sebbene importanti per il loro valore propedeutico e tutoriale. In altri termini, si tratta di ore lavorative che dipendono dalla serietà professionale individuale, ma facilmente eludibili se si ha a cuore solo il proprio tornaconto.
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Delle regole e delle palme
Può farsi un discorso serio sulle regole in questo confuso e disordinato paese che è diventato l’Italia? In fondo ci sarebbe poco da dire: le regole esistono per garantire il rispetto del prossimo e del comune ambiente di vita. E andrebbero rispettate senza furberie, privilegi, sotterfugi, ipocrisia. Non c’è italiano che, interpellato sull’argomento, non concordi ufficialmente su queste banali considerazioni. Ma, quasi, non c’è italiano che non manovri per evitare a se stesso, e solo a se stesso, questo fondamentale dovere. Da qui la cultura della doppia morale che delineava Sciascia partendo dall’Isola per poi salire a ricomprendere tutto il Paese in una considerazione amara di “irredimibilità” che seguiva una immaginifica linea della Palma. Abbiamo visto floride palme anche a Bolzano e su tutta la corona alpina. Milano è invasa di palme!
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Italia, un paese finto
Stiamo svelando un segreto di Pulcinella: l’Italia è un paese finto. Finto perché da decenni abituato a vivere al di sopra dei propri mezzi, finto perché la classe dirigente vive in un Iperuranio di privilegi che la rende inebetita ed impermeabile ad ogni richiamo della vita reale, quella dove vivono i cittadini abbandonati e vessati da uno Stato astratto cafone ed ingordo, quando non anche sadico.
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Cambiamento: che palle!
Conclusa l’Assemblea regionale del PD a Palermo. Come sempre nei confortevoli locali di un hotel, come se un Congresso politico non fosse autorevole senza una cornice che tanto da vicino ricordi di quali privilegi goda la casta, quasi un messaggio subliminale atto ad instillare nella gente comune l’idea di consustanzialità tra politica e lusso, un nesso necessario seppure ineffabile, così che chiunque abbia un ruolo con il gioco del potere venga contestualmente investito dell’aura del lusso. Mai che un partito pensi di utilizzare un’aula magna di scuola, dove qualche soldo di affitto ricadrebbe a vantaggio di quegli stessi cittadini che finanziano agi e privilegi della politica.
Femminicidio, nessun alibi
Non proverò a contarle. Le vittime di femminicidio del 2014. Ogni donna uccisa è un intero universo che si spegne. Le statistiche dicono cose impressionanti e qualunque sia il criterio da cui prendono spunto, troppo vasto è il numero di donne uccise ogni anno, generalmente da qualcuno che si pensava tra gli affetti più intimi e rassicuranti.
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La buona scuola
L’anno scolastico è stato avviato nel bel mezzo dell’ennesimo vento di riforma. Un vento che se si dovesse classificare in base alla velocità starebbe tra il fortunale e l’uragano per la rapidità con cui soffia e scompare. Ma che se invece cataloghiamo per il comportamento dovremmo definire regolare, tanto costante è nel tempo la presenza di istanze riformiste che di montagne producono topolini.
Uomini e topi e…
Una secolare guerra si combatte tra uomini e topi. Gli uni non gradiscono i secondi ma questi si insinuano dovunque. Sorprende lo stupore e l’orrore con cui ciascuno di noi reagisce davanti alla presenza prevedibile ma insolita di un piccolo topo. Senza considerare che noi, per loro, siamo giganti cattivi. E, soprattutto, dimenticando che la loro pericolosità non viene dalla natura animale che li renderebbe uguali a tanti altri mammiferi e roditori più apprezzati, ma dal nostro continuo lavorio di esemplari brutti sporchi e cattivi del regno animale.
Siracusa: le Latomie, tue, sue…
Siracusa, girovagando nei pressi del mare.
Al giornalaio: “scusi, dove si trova l’ingresso per le Latòmie?”
“Qui di fronte, poco avanti. Per le Lato…mìe!”
Già uscivo, senza più guardare il mio interlocutore. Ma la precisazione, quella sottolineatura sull’accento mi irrita.
“Questione di scelte! io pronuncio alla latina”.
Ma mi ero perso il suo dolce sorriso di anziano, privo di ogni vanità. Bastardo istinto di professore, il mio, che istiga all’inutile contenzioso!
Un attimo dopo che è sbottato fuori, cerco di reprimere l’istinto, torna nella caverna. Risorge il citrullo che conservo con affetto dentro di me e con gratitudine soprattutto. E mi offre la riposta giusta: “Scusi, non sapevo fossero private. E possiamo visitarle?”
Ma ormai è troppo tardi.
Fuga dal futuro
Sul Corriere della Sera di oggi si legge della emorragia tutta italiana che viene definita una “Fuga dalle tasse”. Le cifre metterebbero in ginocchio persino un paese come la California che a dispetto della crisi mondiale è talmente in crescita che se si staccasse dagli USA starebbe persino davanti alla Francia e ad un passo dalla Germania in termini di PIL. Evasione accertata per circa 4 miliardi in poco più di un anno grazie a sole 5mila ispezioni.