Sul Corriere della Sera di oggi si legge della emorragia tutta italiana che viene definita una “Fuga dalle tasse”. Le cifre metterebbero in ginocchio persino un paese come la California che a dispetto della crisi mondiale è talmente in crescita che se si staccasse dagli USA starebbe persino davanti alla Francia e ad un passo dalla Germania in termini di PIL. Evasione accertata per circa 4 miliardi in poco più di un anno grazie a sole 5mila ispezioni.
In un paese con un bacino di circa dieci milioni di potenziali evasori, afflitto da un sistema fiscale oppressivo ed iniquo, le cinquemila ispezioni sono la punta dell’iceberg. Tante le tecniche e i sotterfugi cui fanno ricorso gli evasori totali e parziali che in Italia usurpano il meglio che c’è per trasferire la ricchezza altrove. Sono loro che ancora depauperano quel poco che resta dopo sessant’anni di sbranamento delle bellezze e ricchezze italiane attuato con l’immortale sistema democristiano che, con la croce sul petto, ha sostenuto il principio del mors tua vita mea. Così, mentre il paese affonda, distratto da litigi inconcludenti, chiacchiere ingannevoli, idee velleitarie, garantismi deliranti, privilegi scellerati, vi sono pochissime migliaia di nababbi che accumulano ricchezze mentre i loro vicini di casa, i loro concittadini, i loro compaesani non sanno come tirare avanti, come dare un futuro ai loro figli e un pezzo di mondo muore schiacciato dalla povertà che si potrebbe contrastare già col denaro che l’occidente opulente e amorale destina ai croccantini dei suoi animaletti domestici.
Ma il fastidio acuto non è tanto questo, che di per sé è già un dolore lancinante, quanto la consapevolezza che passata la notizia, strombazzata con corredo di cifre (sequestrati beni per miliardi, inquisiti centinaia di evasori, accertati milioni di miliardi di soldi non versati all’Erario, etc. etc.), inesorabile arriverà il momento in cui sui giornali si susseguiranno mille piccole notizie, ciascuna delle quali ridimensionerà il fenomeno a semplice bagattella. Un giorno Tizio sarà autorizzato a gestire il patrimonio sequestrato, preliminare di sblocco e restituzione totale; un altro giorno Sempronio collaborerà con la (pseudo)giustizia e in cambio di un paio di milioni potrà espatriare in serenità con i miliardi; un altro ancora, Caio citerà lo Stato per iniqua vessazione e oltre ai suoi miliardi percepirà, a spese dei contribuenti, un “giusto” indennizzo e infine, un giorno, persino Caia, ché la parità dei generi ormai è cosa fatta, dopo avere allegramente vissuto in mercimonio con un Galan…te datore di lavoro, effettuato spese faraoniche, subito… un tenore di vita da nababbo perché costretta dal suo obbediente ufficio di segretaria, dichiarerà di sentirsi liberata dell’arresto conseguente al declino del suo potente amico e datore di lavoro e concederà interviste in cui si dirà pronta e ripulita a incominciare una vita da imprenditrice, ripartendo da zero… Il Paese che era Bello ed è diventato degli Allocchi, le crederà, sempre pronto a impietosirsi quando i cattivi cadono in bassa fortuna e con ciò facendo condannerà se stesso a quel presente che vive e che si sta trasformando in una rovinosa Fuga dal futuro.