Giunge frettolosamente al termine l’esperienza da assessore di Franco Battiato. Da artista, paga l’inesperienza del mondo reale, quella che suggerisce i toni opportuni nelle sedi adatte. La sua infelice espressione ha fatto il giro dei media nazionali, sebbene sia chiaro a tutti cosa in realtà intendeva dire, una ovvietà che tutti noi ci diciamo nei discorsi per strada.
Ricordo che una volta Marco Pannella ed Emma Bonino furono travolti nel lontano 1987 dalle conseguenze di una singolare candidatura, quella della pornostar Cicciolina, che i giornali sostennero con una tale lubrica pubblicità che sopravanzò tutti i cosiddetti candidati “seri”. Fu allora chiaro che il Parlamento è una specie di “puttanaio” dove può andare chiunque. Fa fede l’intervista del 22 giugno 1987 di Radio Radicale, quando Rutelli parlò per restituire al mittente l’accusa di voler cavalcare la spendibilità mediatica della pornodiva per attirare l’attenzione sul Partito Radicale, disse chiaramente che in Parlamento tutti sapevano – o non potevano far finta di non sapere – che vi erano “candidati eletti da tenutarie di case chiuse”.
A Rutelli non fu chiesto di dimettersi da nessuno dei componenti del pomposo Parlamento italiano, che paga i suoi semplici commessi e dipendenti come manager di grandi industrie, che tutela i suoi componenti al di sopra della legge, che privilegia i suoi eletti oltre ogni vergogna. Battiato ha sbagliato il modo, ma paga pegno all’ipocrisia nazionale. E questo è tutto.