Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde

Davos è un comune delle Alpi svizzere del Canton Grigioni di circa 10.000 abitanti. Un luogo incantevole, se è vero che deve la sua fama a “La montagna incantata” di Thomas Mann e saluberrimo, se è vero che qui si curò dalla tubercolosi quel Robert Luiss Stevenson la cui mente partorì “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”. Chissà, il destino.


Non stupirà, dunque, apprendere che qui si è tenuto il quarantacinquesimo Forum economico mondiale. Un incontro annuale che porta a Davos, 2.500 ospiti, uno ogni quattro abitanti. La cornice è rilassante, l’ospitalità generosa, l’organizzazione lussuosa. Il tutto pagato con i soldi pubblici dei contribuenti di tutti i paesi partecipanti. Un circo che, anno dopo anno, porta ricchezza ai pochi abitanti di una cittadina fortunata, di uno Stato un po’ furbo e un po’ canaglia ma certamente molto ricco. Ricco da sempre. Pieno di ricchi. Frequentato, infatti, da ricchi. Complice, infatti, dei ricchi rispettabili e furbetti, sempre-giovani ed ipocriti. Come dottor Jekyll e Mr Hyde.

In quel quadro, dove i rappresentanti istituzionali vanno a mentire, dove i poteri forti vanno a strizzare gli attributi dei rappresentanti istituzionali per ricordargli chi è che comanda, dove i Nobel vanno a rendere plausibile e sopportabile l’orgia di avidità dei ricchi, si assiste annualmente alla recita del mondo sviluppato che disegna strategie di progresso. Di quale progresso e verso quale direzione, è compito di questa annuale kermesse fare in modo che i non ricchi, la gente comune che paga le tasse, non capisca nulla.

La sola certezza che teniamo, al saldo delle chiacchiere, è che a Davos si cementifica il patto di solidarietà tra quanti appartengono al club dell’1%, un gruppo che ufficialmente non esiste e che però, curiosamente, si raggruma inevitabilmente quando deve tutelare i propri interessi. Insieme detengono più del 50% della ricchezza mondiale. Se i numeri non mentono, a che servono i summit come quelli di Davos? Quale progresso sara mai possibile? Se è difficile mettere insieme più teste per raggiungere un accordo, cosa pensate sia più facile ottenere? Che l’1% si saldi intorno ai propri fortissimi interessi, o che il restante 99% si coaguli per protestare in difesa dei propri generici interessi?

Così restando le cose, la sola molla realistica che animerà le persone di ogni latitudine sarà il desiderio, costi quel che costi, di entrare a far parte del club dell’1%, prostituendosi in ogni modo, a qualsiasi prezzo, lasciandosi corrompere a qualunque condizione. Ma tenendo una facciata di perbenismo. Come Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Che poi è il quadro della nostra triste ed incivile contemporaneità.

In fondo, la soluzione, semplice quanto indesiderata, starebbe in quei provvedimenti legislativi, in quegli accordi quadro che consentissero la circolazione della ricchezza, costringendo l’1% a cedere parte del loro tesoro al restante 99%. Considerando che quel più del 50% di ricchezza detenuto dai ricchi, in buona parte non è frutto di abilità, ma di miserabili meccanismi di connivenza, complicità, corruzione e mille altre forme di devianza protetta dalle attuali regole… meditate, diceva con leggerezza un divertente spot che parlava di birra.

su: www.loraquotidiano.it, 21 gennaio 2015

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