O tempora, o mores…

Si sarebbe potuto dire: l’Italia sta valutando la possibilità di non far rientrare in India i due marò, persistendo da parte del governo indiano l’incomprensibile ritardo nella nomina di una Corte di giustizia secondo le norme del diritto internazionale e persistendo l’ingiustificabile ostruzionismo nel fornire gli elementi di prova prodotti dalle perizie unilaterali di New Dehli”.

Si sarebbe ottenuto lo stesso clamore, l’India avrebbe tuonato con strombazzante orgoglio, l’Italia avrebbe mediato con tradizionale astuzia, tutto sarebbe finito com’è finito, aprendo a una soluzione definitiva che sono sicuro arriverà in modo mascherato. Invece il ministro Giulio Terzi di Sant’Agata ha fatto la battuta… e la credibilità del Paese ci ha rimesso ancora una volta. E parliamo di un “tecnico”, l’ennesimo inadeguato individuo scelto da consorterie che sopravvivono ad ogni stagione. Per capire: nella sua biografia ufficiale, si sottoolinea che il momento più importante della sua (comoda…) carriera di diplomatico è stato il seguente. “tra i suoi risultati piu’ visibili, ha permesso di riportare l’insegnamento della lingua italiana nelle aule scolastiche americane con il programma Advanced Placement, grazie anche al sostegno della comunità italo-americana”. Di per sè risultato apprezzabile, ma una volta per andare alla guerra non si prendevano quelli che sapevano menare le mani senza paura? E per fare la diplomazia, non si dovrebbe far ricorso a quelli astuti e moderati, capaci di tessere relazioni e maneggiare di nascosto lo stiletto? Vuoi vedere che ci tocca rimpiangere il buon Andreotti, dal 1983 al 1989 Ministro degli affari esteri nel I e II Governo Craxi, che almeno si occupò di strategia atlantica, svolgendo un ruolo chiave nelle tensioni medio-orientali, nel processo di democratizzazione del’Est europeo e persino nell’opera di Gorbaciov in URSS? O tempora, o mores…

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