La città ludica

Lanciamo un appello, di quelli che cadono nel vuoto che, beninteso, è sempre una colpa. La città è uno spazio degradato per concetto: preminenza dell’utile sul gradevole, dell’economico sul sentimentale, prepotenza dei forti sui deboli, cura del privato e scempio del pubblico, disinteresse per il bene collettivo e difesa feroce e fraudolenta dell’interesse dei singoli. In questa latrina vive la maggior parte di noi.
Persino la Sicilia, afflitta da mali preistorici che nelle grandi città come Palermo e Catania assumono forme devastanti, registra aree di relativo benessere e piacevolezza, luoghi ameni con persone socievoli. Il luogo comune che vorrebbe alcuni popoli caratterizzati dalla più stupida insignificante e mistificante delle qualità, la solarità, non è che una dabbenaggine per imbecilli ed impostori. La verità è che nelle città esistono la competizione come forma accettata di odio e l’odio come forma diffusa di insofferenza verso gli “altri”. In questa cloaca di malessere che frigge le anime e spappola le menti, si potrebbe però vivere con ben altri standard di qualità. Ci sarebbe da condividere l’idea della città ludica, intesa come luogo in cui “cambiare verso” alla quotidianità che la distingue da tutti gli altri posti.

Con questa intuizione, per esempio, sono spuntate nelle città canadesi le panchine di attesa del bus, una semplice idea che ha cambiato la giornaliera ed anonima attesa del bus in momento di svago e recupero di quell’infantilismo che a mantenerlo vivo ci si guadagna tutti. Sedili altalene, ecco cosa è stato fatto. E mi pare che ci sia della genialità in questa invenzione.
Ragionando nella stesa maniera, si potrebbero trasformare tanti aspetti dello stare assieme che in città è sempre fonte di ansia, timore, conflittualità. Ma occorre pensare con la testa dei bambini che fermi non sanno stare e quando sono costretti a farlo si guardano intorno e trovano qualcosa per passare il tempo, giocando ovviamente. Infine, cosa anche questa fondamentale, occorrerebbe insegnare che il vandalismo è una forma di vigliaccheria che rende servi e che la custodia della cosa comune è il primo passo per il benessere diffuso.

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