Interesse individuale e bene comune

Garantire un individuo nei suoi diritti è necessario per un paese democratico. Non altrettanto necessario è dimenticarsi che esiste il bene comune, a cui è collegato a doppio filo. A rigori, anzi, qualora i due interessi entrino in conflitto, dovrebbe giudicarsi il secondo come più importante del primo. Su questo principio, per esempio, si basa tutto l’ordinamento giudiziario. In teoria… già perché i casi in cui si avverte che le cose non stanno così sono ormai all’ordine del giorno.

È notizia diffusa oggi che un dipendente regionale è stato temporaneamente licenziato dopo un pronunciamento di secondo grado (il primo lo aveva vinto lui!) che ha affermato l’impossibilità di mantenergli la qualifica di pubblico dipendente della Regione Sicilia grazie alla legge sui figli delle vittime di mafia in quanto egli stesso autore di ben 19 reati sui quali ancora pesano procedimenti e accertamenti. Come sia riuscito a tenere nascosto tutto ciò all’ente datore di lavoro è mistero che per la sua natura italiana non abbisogna di spiegazioni. È però segno che il “cavillismo”, forma deviata e imperante nel nostro Paese dell’originario e storico “Diritto”, consente a troppi di non pagare per le proprie colpe a danno del bene comune. Quanti bravi cittadini avrebbero potuto godere meglio di quel posto? Ed è pure lecito chiedersi se con un soggetto di tal natura l’ente pubblico si sia avvalso di una cooperazione efficace, efficiente ed economica (in primo grado la Regione ha subito la condanna alle spese legali sostenute per liberarsi di un improprio).
Credo perciò che a fronte della estenuante ricerca di nuove garanzie mirate tutte sull’individuo, tendenza che dagli anni Settanta non ha conosciuto flessioni, si debba ora dedicare una costante attività di salvaguardia del bene comune e dell’interesse collettivo per tentare di recuperare un po’ di quella qualità della vita sociale che è ormai miraggio lontano.

3 risposte a “Interesse individuale e bene comune”

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