Enigma della scrittura

L’enigma della scrittura domanda: esiste una comunità in cui avanza inesorabile il tasso di bassa istruzione e contemporaneamente diminuisce il tasso dei lettori. Come si spiega il costante aumento di autori che chiedono di essere pubblicati?

 

Ovviamente parliamo dell’Italia, paese delle mille contraddizioni. Nel Belpaese i lettori vengono definiti “abituali” se leggono almeno un libro all’anno. Nel resto del mondo questo dato non esiste. Gli over 14 anni che rientrano in questa categoria tutta locale è pari al 45%. Questo dato, tuttavia, produce un’economia di 5 miliardi di fatturato annuo. Non poco. Certo, questa settore potrebbe crescere se l’Italia tornasse nella fascia alta della classifica europea che nel 2006 la vedeva al diciannovesimo posto e oggi fanalino di coda in compagnia del Portogallo (dati AIE).
Eppure le redazioni editoriali traboccano di libri. Sempre più spesso sui siti delle case editrici si leggono annunci che recitano:

 

 
Il materiale giunto in redazione è consistente e ci troviamo nella necessità di dover smaltire moltissimi dei manoscritti pervenuti. Per questi motivi non potremo visionare fino a data da destinarsi ulteriori manoscritti pervenuti in redazione, né cartacei né elettronici. Di conseguenza tutto il materiale che fino a nuova comunicazione giungerà in casa editrice non potrà essere preso in considerazione.

 

Come si spiega considerando che soltanto uno scarso 7% di italiani può considerarsi davvero “lettore” in quanto abituale acquirente di più di dodici libri all’anno? Parliamo di meno di 4 milioni di persone a cui è affidato il compito di digerire decine di migliaia di nuovi titoli, italiani e stranieri, prodotti ogni anno, senza contare la mole dei classici di ogni tempo ed ogni dove. Compito difficile al nord dove vi sono le cinque regioni dove si legge di più (Trentino, Friuli, Val d’Aosta, Liguria, Piemonte) ma quasi impossibile al sud e specialmente in Sicilia, ultima (ahimè) in questa classifica tutta italiana.
Lo sconforto diventa totale quando si leggono i dati sulla spesa pro capite in materia di libri non scolastici: la media italiana è infatti intorno ai 5 euro per giovani e adulti sopra i 14 anni, mentre per i bambini scende addirittura a 2 euro scarsi. Non certo un incentivo per coloro che si dedicano anima e corpo alla scrittura.
L’enigma, resta insoluto…

 

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