Al di là delle chiacchiere recitate, il nostro non è un paese di cultura competitiva. Non sarebbe un male se fosse di cultura partecipativa. Gli americani sono competitivi, senza fronzoli ed alibi. Fingiamo di imitarli, ma non è così, ce ne serviamo come di un paravento, meglio, sono un modello che ci serve per camuffarci. Il nostro paese, invece, si caratterizza per l’invenzione continua di gerarchie di cui tutti si affrettano ad occupare i posti di vertice con ogni mezzo possibile. Ci aiuta il sapere burocratico. In fondo, si tratta di una insidiosa espressione di prepotenza, sorella del privilegio, figlia della violenza, che ci rende tutti servili e inetti.