Vicino Caserta un insegnante di religione uccide la moglie a coltellate; a Milano un truffatore pluricondannato esercita le mansioni di cancelliere del tribunale fino a quando non viene denunciato da un quotidiano nazionale. E non sono che piccoli indizi.
Credo che il Paese sia veramente confuso e disordinato e che avrebbe bisogno di un lungo periodo di legislazione speciale con riduzione degli enormi spazi di garantismo individuale a favore di una più attenta salvaguardia del bene comune. In questo senso c’è urgenza di rottamare i partiti politici e i sindacati che hanno sbranato il paese con logiche gruppali e spartitorie ispirate esclusivamente dalla cultura del privilegio di casta. In Italia molti gruppi sono casta, non solo politici e sindacalisti, ma anche notai, avvocati, farmacisti (ora un po’ meno), tassisti, public manager, grandi imprese. Occorre una robusta politica di giustizia sociale che ridistribuisca le risorse del Paese e preveda anche strumenti con efficacia retroattiva per togliere il malloppo a chi se lo è assicurato con l’inganno, la truffa, la connivenza, l’inciucio, la corruzione, la prepotenza, il baronaggio familiare e ogni altra forma di primitivo nepotismo che ancora tolleriamo.