Il mood della cronaca nera e l’addestramento dei giovani

Vi assicuro che non è normale, che noi italiani non siamo normali. Potete fare anche voi la prova.  A me capita spesso e la sensazione è di autentico scandalo. Provate a passare qualche giorno all’estero, dove non dovrete seguire le notizie della cronaca di casa, anzi state proprio lontani dalle news, anche quelle in inglese che si trovano in tutto il mondo e qualcosa dall’Italia la riportano sempre. Potete invece seguire il TG locale, quello del paese in cui vi trovate, se la lingua vi soccorre. E poi, infine, rientrate in Italia, accendete la tele e ascoltate il TG.

 
Come è successo a me oggi: arrestato un sindaco per corruzione, indagato per mafia un giornalista antimafia, indagini su un intero quartiere forse sede di pedofili e dove i bambini muoiono in condizioni sempre sospette, arrestate 120 persone per un giro di affari illegali di scommesse clandestine, sequestri in una banca per truffa ai danni dei correntisti, debito pubblico fuori controllo richiamo della BCE, ennesima balla degli egiziani sulla morte violenta di un ragazzo italiano mentre in Italia si apre una università solo religiosa per gli egiziani… E potrei proseguire ancora se non mi fosse già venuto a noia questo ferale mantra di morte e corruzione, violenza e illegalità, sopraffazione e subalternità culturale, un mood costante che scivola dentro le nostre orecchie giorno dopo giorno, ora dopo ora e ci imbruttisce dentro come fuori, imbalsama le nostre menti, ci plasma come serie infinite di imbecilli, alla fine ci rende un popolo cattivo, inacidito, sporco, stupido, ignorante, incapace di cambiare rotta al proprio destino di morte e consunzione. Un esercito di automi diviso tra giovani che scappano all’estero e anziani arresi. Come chiedere ai nostri ragazzi di interessarsi della cronaca, di leggere i giornali? Capite bene che questa massa abnorme di notizie di cronaca nera di fatto rappresenta una forma di addestramento subliminale che incappuccia le loro menti e li prostra, toglie loro ogni voglia creativa, ogni spinta speranzosa, ogni istante vitale persino. E tra noi adulti avanti negli anni, il dado è già tratto: chi ancora resiste è etichettato come il solito “rompicoglioni” ed emarginato mentre gli altri, gli arresi e i conniventi, rappresentano il volto felice di una società finta ma, per fortuna, morente. È già accaduto più volte, proprio nella storia di questo paese, svariatamente assaltato, disgregato, spolpato, derubato e sconfitto da onde di nuovi barbari sempre pronti ad approfittare delle mollezze del BelPaese. Sta accadendo di nuovo. Se una speranza resiste, è proprio quella legata al destino dei nostri giovani che se ne vanno e che forse così facendo si sottraggono all’addestramento che li renderebbe morti dentro come tutti noi, perché se u fùere è briogna (se il fuggire è vergogna) macari però è salvamento di vita.

 

Una risposta a “Il mood della cronaca nera e l’addestramento dei giovani”

  1. A mio modesto parere, potrebbe essere un (malcelato) tentativo di ottundimento generale. I mass media (o chi li gestisce) desiderano fortemente instillare disperazione e rassegnazione. Onestamente il motivo preciso mi sfugge ma sono totalmente convinta che un motivo ci sia eccome. Cosa può spingere un popolo ad autodistruggersi? Beh di per sé nulla. Quindi ne si deduce che la volontà dietro questo sistematico bombardamento "nero" è di qualcuno di "esterno". Finisco con un piccolo suggerimento: spegnete la tv, evitate i telegiornali (ormai più finti della più finta soap opera) e aprite invece i libri; usciamo e ricominciamo a parlare e a confrontarci. Facciamoci le nostre idee "sul campo" e non attraverso Rai e Mediaset!

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