«La bellezza salverà il mondo» afferma il principe Miškin ne L’Idiota di Dostoevskij eppure la profezia dello scrittore russo non si è avverata, non in Italia dove si è invece affermata una vocazione al brutto, sporco e cattivo che sarà segno dei tempi, ma è anche uno stile di vita consueto adottato ormai dalla popolazione. Se a una ipotetica mappa della bellezza storica, architettonica e monumentale dell’Italia si sovrapponesse una mappa dello scempio, dell’abuso e dell’obbrobrio, avremmo la rappresentazione grafica della nostra trasformazione da paese della bellezza a paese della bruttezza.
Torna invece il refrain tipico dei periodi di crisi (come lo furono gli anni intorno al ’68 e al ’77) che presagisce quella fatale risata che ci seppellirà tutti. I segni sono in effetti preoccupanti. Questo paese si pretende democratico e tuttavia accusa una stampa generalmente prona o prezzolata. Non è dunque un caso che la miglior redazione giornalistica, autrice di infiniti scoop, sia quella guidata e condotta da alcuni comici di successo che le notizie ce le propongono a strisce. Ora c’è persino un nuovo orizzonte nella politica ormai vecchia e profondamente corrotta che ha reso l’Italia un bengodi di usurai, delinquenti, truffatori, ladri, avidi, ingordi, ciarlatani e via dicendo. C’è un comico che ci fa da grillo parlante e ci ricorda quanto stupidamente siamo diventati tolleranti e complici delle mille forme di illegalità che tessono la vita sociale di questo paese ormai falso e vuoto.
Così, sarà una risata a seppellire questa italietta che ci fa vergognare di esservi nati. Magari stavolta ce la facciamo a risalire, a rinascere e a tornare a quella grandeur, fatta di cultura e creatività, che ci ha reso grandi per tutta la storia del nostro passato. Voi che ne dite?