L’ipocrisia migrante: razzismo e razzia.

Del problema degli immigrati clandestini si discute ogni giorno ormai a un tempo così lungo che pare un tema inevitabile, un problema irrisolvibile. E come tale è destinato a fare da miccia per fuochi che proseguiranno ad alimentare una guerra tra poveri, tra i migranti che rischiano la vita per cercare un futuro più dignitoso e i nostri concittadini stanchi di tasse, di mancanza di lavoro, di ingiustizia sociale, di privilegi per i ricchi e gli imbecilli coi santi in paradiso.

La questione, a mio giudizio, sarebbe risolvibile nonostante sia complessa ed abbia un volume che la rende di grandi proporzioni. Il problema, in particolare, non è che arrivino tanti immigrati nelle nostre coste che sono uno spunto troppo ghiotto perché gli africani non ne approfittino. Il fatto è che questi emigranti il nostro Paese li trattiene con la sua risibile inefficienza. Sebbene vada riconosciuto che la cronaca ha dimostrato che esiste un sistema sotterraneo, una metastasi delle istituzioni ufficiali, che questa inefficienza la sostiene, la tutela, la progetta per fare affari. I protagonisti di mafia capitale, con la loro mediocrità di uomini, la loro imbarazzante pochezza intellettuale, il loro infinito vuoto spirituale, la loro avidità da capre, hanno dimostrato che di inefficienza in questo risibile Paese ci si può arricchire.

 

Basterebbe dunque consegnare in pochi giorni a questi fratelli disgraziati provenienti da zone del mondo povere o soffocate da guerre e rivolte, un pacchetto consistente in un piccolo sostegno in denaro, vestiti e documenti e lasciarli liberi di andare ovunque volessero in quell’area che chiamiamo, con qualche presunzione, area di Schengen. E se il controllo sull’identità di queste persone, che vengono da paesi dove è difficile avviare relazioni con le pubbliche amministrazioni per avere certezza dei dati, si rivela talvolta impossibile, allora si potrebbe consegnare una nuova identità che fosse però certa anch’essa, magari con qualche settimana in più per capire se si ha di fronte un terrorista che vuole infiltrarsi o un altro poveraccio che rischia di restare prigioniero della libertà agognata. Relativamente alla collaborazione degli altri paesi europei, che a fatica chiamerei fratelli a giudicare dal comportamento fin qui tenuto, basterebbe ricordare nelle sedi opportune quanto noi europei ed occidentali abbiamo preso e prendiamo dall’Africa e quanto ci andiamo a buttare delle nostre sozzerie per indurli ad una accettazione che non si deve considerare forzata ma obbligatoria, moralmente dovuta in termini di bilancio. Soprattutto paesi come l’Inghilterra e la Francia che hanno costruito la loro fortuna sulle razzie dei beni della terra d’Africa avrebbero il dovere di ripagare ospitando i migranti senza battere ciglio. Perché il razzismo intollerabile ancor più di quello storicamente centrato sul colore della pelle, è quello sotterraneo da colletti bianchi che lo rifiuta a chiacchiere nei salotti della politica ma sotterraneamente lo persegue come strumento per le razzie delle ricchezze che di continuo, anche mentre scrivo, vengono sottratte agli africani. Impedendo che si crei ricchezza a casa loro rimuovendo a monte il motivo stesso della migrazione.

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