Per Nicolò Ciatti: addio caro ragazzo nostro

Un giovane come Nicolò, non si uccide con un calcio. Per quanto pseudo-addestrato fosse l’idiota che gli ha sferrato il calcio fatale, se Nicolò fosse stato vigile non sarebbe morto. Avrebbe avuto una reazione difensiva che avrebbe attutito il colpo, avrebbe avuto energie per assorbire parte del colpo. Se dunque, quel calcio è stato mortale, è perché col concorso di altri due imbecilli ceceni, il suo assassino alla fine si è trovato davanti un ragazzo inerme, con i muscoli ormai allentati, che avevano ceduto all’incoscienza.  Ergo: c’è concorso di colpa in assassinio da parte degli altri due che quegli  inetti dei giudici spagnoli hanno rimesso in libertà con incomprensibile fretta. Ergo: c’è complicità in omicidio, dal punto di vista etico, di quegli inadeguati giudici. Ovvio che chi ha sferrato l’ultimo colpo debba avere la pena più grave, ma che gli altri concorrenti non ne abbiano nessuna è una palese violazione del senso di giustizia, un’offesa all’intelligenza e alla dignità della famiglia di Nicolò Ciatti. Ora l’Italia, abituata ad essere debole coi forti e forte coi deboli, che farà? come tutelerà la memoria di questo nostro giovane andato in vacanza e tornato in riposo eterno? lo tratterà come Giulio Regeni? Con lo stesso polso? la stessa strategia?

Addio Nicolò, sono con te, soffro con tuo padre e con tua madre, con tua sorella, con tutti quelli che ti hanno amato. Ti accolga l’amore di Dio per una eternità di pace e speranza, quelle che questa maledetta terra di furibondi pazzi scellerati nega mentre naufraga tra violenza sconforto solitudine avidità e cecità.