Quale futuro (parte seconda)

Se vogliamo fare un discorso serio, dobbiamo riconoscere che a morire, tutt’al più, sono state le forme storiche assunte dall’ideologia di riferimento, ma che questo debba significare tout court che persino l’ideologia è morta, francamente mi pare una forzatura e probabilmente una truffa.
D’altra parte, in epoca di campagna elettorale, è tutto un fiorire di richiami al mondo delle idee che le ideologie ha prodotto. Non dico le idee pratiche di basso profilo relative alle promesse come quella di abbassare le tasse o costruire scuole e ospedali, aspetti che non possono dirsi espressioni ideologiche quanto piuttosto esigenze sociali universali. Dico invece di quell’esigenza, da parte dei candidati, di far credere che il loro impegno politico è, per così dire, agganciato a quadri teorici di riferimento dai quali dovrebbe discendere la loro affidabilità verso gli elettori.

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Un pomeriggio nella borgata

Di pomeriggio, seduto a prendere un po’ di fresco nel giardinetto della mia borgata, Tommaso Natale, tra piante stentate ed alberi che soffrono a crescere sulla poca terra che tanti anni fa ha sepolto le scorie di una fabbrica chimica. Osservo un gruppo di giovani spendere il proprio tempo libero e la gioia, forse, della scuola appena conclusa. C’è in loro una esuberanza che non ha titolo per tradursi in presunzione di simpatia, come stupidamente si reitera per insana vanagloria dalle nostre parti. Si tratta piuttosto di una chiassosa quanto inutile volgarità. Non c’è emozione nelle grida sistematiche, non c’è pensiero nel turpiloquio invadente, non c’è alcuna rivendicazione identitaria nel comportamento aggressivo, facile alla violenza e incline alla prepotenza. Vedo un branco sterile e pericoloso che poggia un’ipoteca insanabile sul futuro della città e, forse, del Paese intero.

Ai compagni della lista Costa

Le elezioni, se uno vi prende parte, è meglio vincerle. Ma detto questo, è altrettanto vero che ad ogni vittoria corrisponde una sconfitta, o la sconfitta di molti. E se è lecito stare ad osservare cosa farà il vincitore, pure chi ha perso dovrà darsi da fare, sebbene in un’altra direzione che è quella della ripartenza, della ricostruzione, della previsione di un nuovo percorso. Leggi tutto “Ai compagni della lista Costa”

Elezioni: una prima analisi

A scrutinio elettorale appena concluso, mentre ancora mi risuona nella testa il realismo paradossale dell’articolo di Ermanno Cavazzoni (“Lasciatemi fare l’eremita”, Sole 24 Ore, domenica 6 maggio; chi l’ha perso lo recuperi) che spinge ben oltre gli orizzonti usuali la ricerca di un senso alla nostra contemporaneità, voglio fare alcune osservazioni sul voto delle amministrative a Palermo. 1. Leggi tutto “Elezioni: una prima analisi”

Minchioni d’Italia

Un paese profondamente, regolarmente, irrimediabilmente ingiusto ha una sola spiegazione: lo abita un popolo di minchioni. Sarebbe perciò utile oltre che coerente, modificare l’inno: Minchioni d’Italia, l’Italia è in festa, dei soldi di tutti, s’è empita le tasche…

Le Fondazioni da affondare

Ho già avuto modo di precisare che “le banche non sono più un elemento di crescita del paese ma un forte fattore di depauperamento del suo tessuto sociale e produttivo”. Rimandando a tempi più sapienti una riflessione sul persistere di una reale utilità delle banche nel mondo contemporaneo, auspicavo che il governo Monti fosse in grado di dare segnali ben più forti di una volontà di disciplina che allineasse il comportamento degli Istituti di credito alle esigenze di rifondazione etica e strutturale del Paese. Leggi tutto “Le Fondazioni da affondare”

Pure tu?

In questa tornata elettorale amministrativa, mia prima prova da intendersi però come esperienza civica, mi è capitato più di una volta di annunciare ad amici e conoscenti che, appunto, mi candido. Non di rado la prima risposta è stata: “Pure tu?” Leggi tutto “Pure tu?”

Non c’è diritto senza dovere

“Non c’è diritto senza esercizio del dovere”. Mi sono dato questo principio e la mia vita personale è stata un susseguirsi di impegni, rinunce e sacrifici. Mi sono sempre posto il problema del dare l’esempio, di fare prima di lamentare, di partecipare prima di giudicare, di agire prima di star seduto alla finestra per sparare su chiunque ci provasse a far qualcosa. Leggi tutto “Non c’è diritto senza dovere”