Nuovi nomi al MIUR

Quando da ragazzini si giocava a pallone per strada, due capitani formavano le squadre chiamando a turno. Accadeva che il gruppo fosse dispari. L’ultimo, quindi, era sempre quello ritenuto più scarso. Il più spavaldo lo regalava all’altro capitano che a volte, se l’ultimo rimasto era proprio schiappa, si lamentava. Così non si sapeva che farne fino a quando un moto di compassione non spingeva uno dei capisquadra a tenerlo con sé. Solitamente a questo punto gli intimava con autorità: però tu stai in difesa e non ti muovi da davanti la porta. Insomma l’ultimo era quello che aveva un sacco di vincoli, nessuno lo voleva e se proprio doveva far parte di una squadra, non doveva pretendere nulla e accontentarsi di stare sulle retrovie, più fingendo di giocare che rischiando di partecipare per davvero e con ciò facendo rischiando anche di fare arrabbiare i più titolati compagni di squadra e di fare ridere gli avversari, l’opposizione…

Ecco, a me pare che sempre nel Toto ministri di ogni governo, quell’ultimo da piazzare per forza, la schiappa insomma, sia sempre il ministro dell’istruzione, quello coi vincoli, quello che non deve fare irritare il capitano né i più autorevoli compagni. Ricordo che a volte quell’ultimo ero io, strano che me ne ricordi solo adesso, magari finora se ne stava fra le memorie rimosse. E non provo imbarazzo, anzi avverto come un presagio… vuoi vedere che mi fanno ministro dell’istruzione?

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