L’inevitabile inquinamento

Cosa sarà di noi? Noi italiani, intendo. Difficile dirlo. Il quadro politico è così incerto e variabile che possono darsi tanto ipotesi di rinascita e splendore quanto previsioni di naufragio. Senza mezze misure però, e questa è forse la sola certezza disponibile.

Si avvicinano le elezioni europee ed è ripreso il carosello elettorale. Qui nulla di nuovo, le solite vergognose miserie di insulti e allusioni, le solite incaute dichiarazioni e le solite smentite. Nel frastuono generale spiccano però gli urli della platea grillina che crede in una affermazione potente e il generale disincanto che accomuna tutte le parti politiche in corsa rispetto alla perduta potenza di Berlusconi. In mezzo tutti gli altri, compreso Renzi che guida il Governo nonostante tutto e tutti.
A questo punto assale il timore che un eventuale plebiscito pro 5stelle non porterebbe necessariamente un grande futuro. Perché i numeri grossi in Italia on si ottengono per maturità e convinzione, né per audacia o fascino, ma piuttosto per suggestione o interesse, per viltà o complicità. Voglio dire che fa bene Grillo e fanno bene i suoi a giocare d’anticipo per dire “adesso” che in caso di vittoria alle europee il significato è che il Paese vuol cambiare rotta e mandare la vecchia politica tutta a casa. Ma non ci credo. Se il movimento 5 stelle avrà un grande risultato elettorale sarà soltanto frutto della solita e vile tendenza delle masse a schierarsi dalla parte del vincitore. La gente annusa l’aria prima di votare e se percepisce dove sta il carro del vincitore, vi sale senza farsi problemi di coerenze, senza farsi domande morali, senza pensare null’altro che non sia l’ipotesi dei vantaggi e dei privilegi che potranno tornargli indietro come premio del proprio schierarsi. In questo senso anche i grillino dovranno fare i conti con l’inevitabile inquinamento che con i grandi numeri penetrerà nel loro movimento.
In fondo, tristemente, è questa la storia di sempre che rende l’Italia un paese ingessato., almeno fino a quando non torneremo ad avere una seria e rinnovata politica dell’istruzione che restituisca alle masse anonime il valore di popolo pensante.

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