La danza delle banalità

Ieri ho visto 5 minuti di Italia Xfactor. Il tempo di vedere due ragazzetti che con assoluta banalità presentavano il loro “linguaggio del corpo”. Quindi 100 secondi di balletto seduti a terra, come le veline più o meno. Onestamente gradevole, ma esageratamente semplice, anzi, direi sempliciotto. Nessun passaggio acrobatico, nessuna estensione corporea impegnativa, nessuna plasticità in mostra, solo sfioramenti e abbracci, carezze sul torso nudo di entrambi e sguardi languidi. Unico messaggio, il loro amore omosessuale. Fatalmente dichiarato in questa occasione, ignari padri compresi.
 

Argomento che mi pare riguardi la loro legittima sfera privata che qui con tutta evidenza non avrebbe dovuto interessare nessuno. Se è vero che si tratta di un talent show.
Ma così non è. Questo aspetto, infatti, è stato platealmente mercificato per cercare consenso. Col contributo degli imbecilli della giuria. Tra le prime a starnazzare di grandezza ed esemplarità, la Littizzetto, credo ormai abbondantemente ubriaca di guadagni e compensi in RAI, con soldi pubblici, del tutto sganciati da ogni riferimento qualità/prezzo. Da un pezzo che non fa più ridere, si è radicata nel ruolo di maestra che straparla con raffiche di onomatopeiche che dovrebbero suscitare un ghigno per l’accostamento ai pupi del gossip. Rapida ma non indolore l’acquiescenza della bella Nina Zilli che tanto è abile come cantante tanto inadatta come giudice. Incomprensibile l’incauta resipiscenza di Matano, che piaceva per la sua irriverenza e pure lui prono ad applaudire il manifesto dell’amore banalizzato e speculativo. Incredibilmente inebetito, infine, il simpatico Bisio, che in un’eco spenta e ridicola della sua guizzante versatilità ha fatto allusione a chi in Italia considera “anormale” l’omosessualità. Lamento giustissimo in altra sede, ma qui privo di relazione col contesto, dissennatamente fuori misura, orfano di ogni senso delle proporzioni. E insieme al loro gesto balordo di goffa e ridicola autorità giudicante, quell’alzarsi in piedi che un tempo si riservava a personaggi del calibro di Riccardo Muti o von Karajan, di Carla Fracci o Nureev, ecco che le capre sedute in studio a belare a comando, costrette ad ore di fila in attesa dell’ingresso a inviti riservati, redarguite con occhio malevole dal capo clack se non pronti a battere le mani come le scimmiette a molla che si regalavano nei luna park agli allocchi che miravano ai barattoli, si sono levate in piedi come canea pezzente ad osannare, plaudendo con forza, due esemplari di una mediocrità esaltante ed oppiacea.
Ai due ragazzetti, i meno colpevoli di questa farsa di cui sono frutto e non causa, auguriamo un amore lungo e fedele, in ogni caso sono fatti loro di cui non ci importa veramente nulla. Non so se torneranno allo show, se sì suggerisco di preparare qualcosa che assomigli ad un balletto dove si usano le gambe per accattivare il pubblico. Alla giuria suggerirei, se fosse possibile giungere fino alle loro orecchie, di licenziarsi per un lungo periodo dalla TV, ammesso che ne avessero la capacità posto che le risorse non gli mancano. Al pubblico dello studio, infine, lascio una domanda: se vi capitasse di assistere all’esibizione di un grande veramente grande, uno meritevole veramente, uno che non si piange addosso con calde lacrime davanti agli schermi, uno che non fa outing solo quando si accende la spia rossa delle telecamere, uno che ha passato anni a studiare e coltivare un talento già reso forte dalla natura, ammesso che foste in grado di capirne la grandezza, apprezzarne il gusto e la sensibilità, ammesso che un barlume di intelligenza vi restasse nelle zucche ridondanti di pubblicità e di gossip, a questo artista che accoglienza riservereste, posto che l’applauso in piedi lo avete già usato per una ridicola cosuccia sideralmente inferiore? Cosa vi resterebbe a disposizione nel repertorio delle gratificazioni per rendere merito ad un grande? Ma, soprattutto, cambiando punto di vista, quando un grande veramente grande si esibirà davanti a voi e vi sentirà infine applaudire perché non potrete fare a meno di farlo, cosa credete che pensarà di voi?