Delle regole e delle palme

Può farsi un discorso serio sulle regole in questo confuso e disordinato paese che è diventato l’Italia? In fondo ci sarebbe poco da dire: le regole esistono per garantire il rispetto del prossimo e del comune ambiente di vita. E andrebbero rispettate senza furberie, privilegi, sotterfugi, ipocrisia. Non c’è italiano che, interpellato sull’argomento, non concordi ufficialmente su queste banali considerazioni. Ma, quasi, non c’è italiano che non manovri per evitare a se stesso, e solo a se stesso, questo fondamentale dovere. Da qui la cultura della doppia morale che delineava Sciascia partendo dall’Isola per poi salire a ricomprendere tutto il Paese in una considerazione amara di “irredimibilità” che seguiva una immaginifica linea della Palma. Abbiamo visto floride palme anche a Bolzano e su tutta la corona alpina. Milano è invasa di palme!

Questa autentica valle di lacrime che è ormai l’Italia, questo luogo di così scarsa qualità della vita, salvo deliranti statistiche ad uso di potenti e gruppi di potere, è fossa di prigionia che tarpa le ali, inibisce i sogni, mortifica le coscienze, disperde le risorse, seppellisce gli entusiasmi, fortifica i delinquenti, inorgoglisce gli stupidi e gli ignoranti, avvantaggia i lestofanti e i poveri di cuore, come potrà mai rinascere?

Sono certo che potrebbe farlo anche in un solo anno. Si dovrebbe mettere mano ai diritti acquisiti ricordando che tali diritti sono nutriti da illegalità e ingordigia, dovrebbe mettere mano ai doveri ricordando che proprio questi, con l’esercizio costante, garantiscono i diritti, la loro esistenza, la loro efficacia. Questo paese, in sostanza, dovrebbe de-italianizzarsi, posto che solo il marcio della nostra cultura e della nostra storia è sopravvissuto a quell’orgia coprofaga che è stata per noi la modernizzazione. E la sola ricetta che mi viene in mente, è quella di puntare sui giovani che continuiamo a dominare come generazione subalterna, senza comprendere che sono le nostre palme di Resurrezione. Il problema, però, è che qui dominano ancora i punteruoli rossi.

su: www.loraquotidiano.it, 14 novembre 2014

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