Il tempo della scuola

Quando si dice che “la notte porta consiglio” si dice in metafora del valore del tempo, il tempo della riflessione. Meditare, ponderare, infine decidere ed agire.

Quando si dice “tempi bui” si lamenta, sempre in metafora, come il tempo sia il bene più facile a sprecarsi. Il tempo che non insegna, il tempo che non porta giudizio, il tempo che non è mai sazio di assistere al ripetersi dei medesimi errori.

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Distribuire le conseguenze di un crimine, per un equo processo penale

La lettura del verbale che convalida gli arresti dei tre minorenni e un maggiorenne di appena 20 anni che hanno aggredito una giovane coppia di turisti polacchi, lascia senza fiato. Un congolese (il solo appena maggiorenne), un nigeriano e due fratelli marocchini fra i 15 e i 17 anni. Un branco di coetanei senza freni inibitori. Cosa succederà adesso? Proviamo a capirlo insieme.

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Proviamo a dirci qualche verità sulla scuola…

Immaginate di essere titolari di uno studio legale. Siete in procinto di seguire una causa importante. Prendete uno studente laureato in legge e lo mandate in tribunale a nome dello studio.

Oppure: il vostro studio ingegneristico riceve un appalto per la progettazione e costruzione di un ospedale. Prendete un laureato in ingegneria, seppure con 110 e lode, gli affidate progettazione e costruzione dell’ospedale.

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Quando sento che l’Italia è in crisi, penso…

Quando sento che l’Italia è in crisi, penso

Agli stipendi dei politici, ai benefit dei parlamentari e all’estensione per i loro parenti

Quando sento che l’Italia è in crisi, penso

Alle pensioni d’oro di chi dovrebbe dare l’esempio

Quando sento che l’Italia è in crisi, penso

Al cumulo di pensioni consentito a chi ha ridotto l’Italia in crisi

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Per Nicolò Ciatti: addio caro ragazzo nostro

Un giovane come Nicolò, non si uccide con un calcio. Per quanto pseudo-addestrato fosse l’idiota che gli ha sferrato il calcio fatale, se Nicolò fosse stato vigile non sarebbe morto. Avrebbe avuto una reazione difensiva che avrebbe attutito il colpo, avrebbe avuto energie per assorbire parte del colpo. Se dunque, quel calcio è stato mortale, è perché col concorso di altri due imbecilli ceceni, il suo assassino alla fine si è trovato davanti un ragazzo inerme, con i muscoli ormai allentati, che avevano ceduto all’incoscienza.  Ergo: c’è concorso di colpa in assassinio da parte degli altri due che quegli  inetti dei giudici spagnoli hanno rimesso in libertà con incomprensibile fretta. Ergo: c’è complicità in omicidio, dal punto di vista etico, di quegli inadeguati giudici. Ovvio che chi ha sferrato l’ultimo colpo debba avere la pena più grave, ma che gli altri concorrenti non ne abbiano nessuna è una palese violazione del senso di giustizia, un’offesa all’intelligenza e alla dignità della famiglia di Nicolò Ciatti. Ora l’Italia, abituata ad essere debole coi forti e forte coi deboli, che farà? come tutelerà la memoria di questo nostro giovane andato in vacanza e tornato in riposo eterno? lo tratterà come Giulio Regeni? Con lo stesso polso? la stessa strategia?

Addio Nicolò, sono con te, soffro con tuo padre e con tua madre, con tua sorella, con tutti quelli che ti hanno amato. Ti accolga l’amore di Dio per una eternità di pace e speranza, quelle che questa maledetta terra di furibondi pazzi scellerati nega mentre naufraga tra violenza sconforto solitudine avidità e cecità.

Dopo il gender: la scuola insegnerà la corruzione

Non mi piace la deferenza. È indice di mediocrità per chi la soffre, è segno di stupidità per chi ne gode. Chi studia e costruisce una mente capace di senso critico non prova mai deferenza, bastano il rispetto profondo per l’altro e l’ammirazione sincera per i migliori.

Dovrebbe essere la scuola a insegnarlo. A noi lo ha imposto la corruzione.

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Dirigenti scolastici: all’armi!

La scuola è una realtà complessa. Si tratta di un’affermazione diffusissima e sempre presente nei discorsi di chi se ne occupa come operatore, di chi riveste ruoli istituzionali e politici. Temo, tuttavia, che si tratti quasi sempre di un modo improprio di esprimersi, nel senso che l’aggettivazione “complessa” è semplicemente adoperata come sinonimo di “complicata”.

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Io sto con Orlando. Una petizione

Leggevo un articolo su The Guardian. L’argomento è il nostro sindaco che, riferisce l’autore, “is fighting for migrants to freely enter EU states”.

Penso che sulle prime tutti, o moltissimi, si irrigidiscano al solo pensiero di una free entrance diffusa per queste centinaia di migliaia di migranti. Li vediamo giornalmente in versione “brutti, sporchi e cattivi”, grazie all’impazienza con cui i media e le istituzioni si affrettano a divulgarne la triste storia di approdo nelle nostre coste. Né contribuisce la maniera goffa, fanfarona e spesso, ahimè, gravata della presenza di avidi impostori e vili conniventi con cui successivamente gestiamo la presenza di questo popolo di derelitti. Cosa di non poco conto perché finisce col coprire anche le esperienze di solidarietà che, a macchia di leopardo, tanti nostri concittadini coinvolti mettono in campo con la loro presenza fisica e il loro aiuto concreto.

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Theresa May e il partito dei cretini

Theresa May: in Arabia Saudita senza velo, brava! D’altra parte, per rispetto alle nostre usanze, forse che gli arabi da noi si tolgono il velo? Solo un cretino può pensare di concedere un parco per consentire ad un arabo in visita in Italia di stare in tenda come nel suo deserto, solo un altro cretino può consentire che vengano velate le statue della nostra cultura classica in occasione della visita di qualche arabo e sempre un cretino si preoccupa di mettere la foglia di fico alle statue di quella meraviglia che è lo stadio dei Marmi di Roma in occasione di giochi internazionali. Perché c’è una differenza tra la tolleranza rispettosa e l’ignoranza prona. Ma i cretini, partito di maggioranza assoluta e trasversale, non la capiscono.

Per un aiuto ai giudici

Ho provato ad adoperare i consigli del Santo Padre che recentemente ha scritto un documento con cui esorta chi fa informazione a dare le notizie sforzandosi di sottolineare il Bene. Un modo per togliere centralità al Male che in quest’epoca e in luoghi confusi come l’Italia, ha troppo spesso il monopolio della cronaca quotidiana. Ma se provo, non ci riesco. La sequenza di azioni violente di ogni tipo è disarmante. Mi chiedo se riusciamo più a vederci come ci percepiscono gli altri che, stando fuori, non restano indifferenti e certamente non smettono di giudicarci. 

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