I giovani della classe di mezzo. Un investimento per il futuro

Dovunque si ripete che c’è crisi. Io personalmente lo sento dire dagli anni Settanta, a parte la bolla cialtrona degli Ottanta e della sua ridicola pretesa “rampante”. Ogni tanto arriva qualche segnale confortante di ripresa ma troppo distante dalla vita reale per diventare significativo e diffuso.
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Il Parlamento e l’impossibile cambiamento

Quanto spesso si parla di cambiamento in Italia? Molto e per lo più inutilmente o per finta. Non vi è settore in cui non si avverta questa esigenza che pure, una volta concretizzata in preliminare iniziativa legislativa, sempre pare arenarsi davanti alle tante aperte conflittualità (e alle infinite sotterranee) che dividono, quasi su ogni dettaglio, le squadre presenti in Parlamento. La domanda, dunque, diviene per forza di cose la stessa di sempre: cosa succede alle Camere che frena o impedisce ogni cambiamento?

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Del privilegio

L’irreparabile danno causato dal privilegio (e dalla sua sostenuta cultura) non è tanto nell’uso mimetico e lestofante del “diritto” ma nella definitiva perdita del correlativo “dovere” che al diritto sempre si accompagna. come facce di una stessa moneta. La chiamiamo civiltà.

Le Caste

È da riconoscersi che perseguendo, per giusta tensione, l’abolizione dei “processi di piazza”, abbiamo però costruito una tale ragnatela di garanzie che abbiamo dato vita a una civiltà della finzione giuridica che si disinteressa della Verità e stritola ogni possibilità di Giustizia (salvo rare eccezioni). Lo dimostrano le innumerevoli storture che vanno in scena nei nostri tribunali. E credo che un tale stato di cose perdurerà fintanto che nel nostro Parlamento sarà presente questa inutile maggioranza di avvocati e tecnici della legge, meccanismo e non strumento. La civiltà giuridica di un Paese non si costruisce con i tecnicismi legali, troppo spesso collegati a veri interessi di lobby, si costruisce con il confronto e la partecipazione di rappresentanti provenienti dalle diverse aree del Paese, intese come fasce di popolazione, con riguardo cioè alla geografia umana reale di un dato momento storico. Le Caste, negano tutto questo.

L’odore di mafia

Nella mia vita ho offeso alcune persone. Come tutti del resto. Credo. Per quanto, sinceramente, non possa dire di essere un attaccabrighe. Gran parte di questi, infatti, erano persone “in odore di mafia”. Come moltissimi, da noi. Certo, trattandosi di mafia, dovrebbe dirsi “puzza” ma l’espressione è quella: odore di mafia. Si tratta di un alone con cui vengono marchiate persone diversissime: avocati, costruttori, commercianti, etc. E molti che vivono di politica, come si dice di questa categoria divenuta parassita senza idee e con molti appetiti.

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Siamo tutti deficienti

La sentenza di condanna della docente Giusi Valido, che aveva fatto scrivere cento volte “sono deficiente” ad un suo alunno bullo, desta legittime perplessità al di là delle spiegazioni formalmente ineccepibili del giudice. Le posizioni dei sostenitori di una o l’altra delle due posizioni possibili in questa vicenda devono infatti ricordare che se la Legge tende ad essere “esatta” altrettanto è difficile dirsi per l’educazione. Questa è un processo che deve di continuo riformulare persino i propri presupposti in ragione del mutare del panorama culturale come del clima sociale e tenere conto di una molteplicità di valori ed esigenze che di frequente confliggono tra loro. L’educatore, dunque, è sostanzialmente costretto a essere anche un mediatore. Aspetto da cui il giudice estensore della sentenza può prescindere. Si tratta di una differenza importante.

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Statali, raggiunto un accordo Governo-sindacati per la produttività e il merito

I confederati firmano con l’opposizione della cgil. Ragioniamo: quelli che appartengono alla mia generazione, nati nei Sessanta, sanno ancora che esiste una divisione di colore politico tra i sindacati confederati. La lunga e alterna storia dell’unità sindacale dei cosiddetti confederati, cioè le organizzazioni maggioritarie, ha invece prodotto una diffusa sensazione che accomuna le tre note sigle in un’unica e indistinta organizzazione di “ufficiale” tutela dei diritti dei lavoratori. Il risultato, tuttavia, è stato la sovrapposizione di una generale sfiducia nel sindacato reso ancor più anonimo da una divisione, o piuttosto articolazione interna nelle tre storiche sigle, la cui ragione ha finito col coincidere con la generica sfiducia nelle rappresentanze politiche e sindacali, accomunate da un interesse prioritario per il mantenimento dei propri privilegi piuttosto che dall’azione concreta in vantaggio dei propri iscritti. Tutte le rilevazioni di opinione confermano questo sconfortante dato di sfiducia.

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Riforma dell’istruzione e contestazione: il Sistema

Il mondo dell’istruzione in Italia, dal 1968 in poi, è pensato per gli adulti e piegato ai loro bisogni. Chi crede che le disfunzioni siano recenti prende un abbaglio o è in malafede. Nella normativa prodotta negli ultimi 50 anni l’attenzione che ha mosso interventi nel mondo dell’istruzione è centrata sulla necessità di garantire il lavoro a gruppi di persone con caratteristiche particolari. Compito grave della politica che però è stato rifilato al mondo dell’istruzione. Si aggiunga che pensando “politicamente” a talune misure tentate nel lasso di tempo considerato,

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Una chiave di lettura

Pensate a un semplice disagio o a un problema tipico del nostro tempo e del nostro paese. E cercate altri esempi, fintanto che non saranno molti. Chiedetevi cosa possono avere in comune l’abitudine del parcheggio in doppia o terza fila e la situazione dei precari della scuola, il modo di agire dei “mostri” del grande fratello e l’immondizia che ristagna nelle nostre città. Il fatto è che in tutti questi casi a regolare (in senso tecnico e ironico…) lo scandaloso scarto che esiste tra come dovrebbero essere le cose e come in realtà sono, agisce lo scollamento ormai totale – e temo irreversibile – tra l’individuo e il contesto.

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Interesse individuale e bene comune

Garantire un individuo nei suoi diritti è necessario per un paese democratico. Non altrettanto necessario è dimenticarsi che esiste il bene comune, a cui è collegato a doppio filo. A rigori, anzi, qualora i due interessi entrino in conflitto, dovrebbe giudicarsi il secondo come più importante del primo. Su questo principio, per esempio, si basa tutto l’ordinamento giudiziario. In teoria… già perché i casi in cui si avverte che le cose non stanno così sono ormai all’ordine del giorno.

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