Accordo MIUR-sindacati, su cosa ci si accorda…

In data 29 dicembre è stato siglato un accordo tra il nuovo Ministro e le parti sindacali (http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/cs291216bis).

Il comunicato stampa riporta un commento del neo Ministro – sul quale all’indomani della nomina sono piovute critiche per le false dichiarazioni rilasciate circa il proprio curriculum di studi – che afferma: “Quella siglata oggi è un’intesa a favore della scuola. Abbiamo avviato un percorso di responsabilità e serietà che mette al centro il funzionamento del nostro sistema di istruzione”. Leggi tutto “Accordo MIUR-sindacati, su cosa ci si accorda…”

Nuovi nomi al MIUR

Quando da ragazzini si giocava a pallone per strada, due capitani formavano le squadre chiamando a turno. Accadeva che il gruppo fosse dispari. L’ultimo, quindi, era sempre quello ritenuto più scarso. Il più spavaldo lo regalava all’altro capitano che a volte, se l’ultimo rimasto era proprio schiappa, si lamentava. Così non si sapeva che farne fino a quando un moto di compassione non spingeva uno dei capisquadra a tenerlo con sé. Solitamente a questo punto gli intimava con autorità: però tu stai in difesa e non ti muovi da davanti la porta. Insomma l’ultimo era quello che aveva un sacco di vincoli, nessuno lo voleva e se proprio doveva far parte di una squadra, non doveva pretendere nulla e accontentarsi di stare sulle retrovie, più fingendo di giocare che rischiando di partecipare per davvero e con ciò facendo rischiando anche di fare arrabbiare i più titolati compagni di squadra e di fare ridere gli avversari, l’opposizione…

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Il DDL scuola, Laura Pausini ed Eros Ramazzotti

Il DDL scuola di Renzi a me piace. Lo trovo coraggioso ed è concreto, non recitato come in passato, lo sforzo di dare centralità agli studenti senza i quali nessun lavoratore della scuola avrebbe uno stipendio. L’avversione che ha suscitato non va ricercata nelle imperfezioni che pur contiene ma che sono per se stesse aperte a miglioramento. Va piuttosto spiegata con la perdita di situazioni di rendita, quelle che garantiscono posizioni comode, che non mettono in discussione nulla e dunque nulla mutano di questa cosa vecchia che è la scuola italiana e verso la quale i nostri giovani, che non sono né stupidi né meno bravi di noi anziani né svogliati, mostrano da decenni una forte insofferenza.

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Riforme della scuola? NIET !

Ci risiamo. Sono nella scuola dal 1992, da allora ho visto tanti interventi di rivisitazione di alcuni aspetti del nostro sistema di istruzione e dal 1999 a oggi ho vissuto tutta la stagione dei tentativi di riforma della scuola. La sola costante è l’avversione totale, incondizionata, senza appello a qualsiasi cambiamento. Per partito preso, verrebbe da dire. Perché non si riesce a trovare neanche un orientamento politico chiaro di questo movimento trasversale di opposizione dura e cieca contro ogni mutamento del confuso e rattoppato statu quo della nostra vecchia scuola. 

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La tentazione perenne dello sfascio

Sembra una prerogativa italiana impossibile da estirpare: la tentazione di sfasciare tutto. Per principio. Per rabbia. Per invidia, Per pochezza. Per vigliaccheria. Per comodità. Per interesse sotterraneo. Per ridicola rivalità. 
I sintomi sono ovunque. L’inconcludente conflittualità della classe politica, l’interessata litigiosità dei sindacati, l’opaca lentezza della burocrazia, l’ostinata astrazione delle istituzioni, l’inconfessabile radicamento della corruzione, la delirante diffusione del vandalismo, la perversa confusione della legislazione, la vile resistenza del Paese al cambiamento. Potrei continuare.

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La buona scuola

L’anno scolastico è stato avviato nel bel mezzo dell’ennesimo vento di riforma. Un vento che se si dovesse classificare in base alla velocità starebbe tra il fortunale e l’uragano per la rapidità con cui soffia e scompare. Ma che se invece cataloghiamo per il comportamento dovremmo definire regolare, tanto costante è nel tempo la presenza di istanze riformiste che di montagne producono topolini.

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Maturità A.D. 2013

Maturità a.d. 2013
Considerazioni per gli studenti

Cari ragazzi/e,
Torna l’esame di maturità e identiche si ripetono le stesse dinamiche. L’ansia, il nervosismo, la leggerezza, la strafottenza potrebbero essere i quattro gradi in cui racchiudere le diverse forme di approccio a questo appuntamento da parte vostra. La tensione prima degli esami è giusta e necessaria, aiuta ad affrontare bene una prova importante, tutto il resto no, andrebbe compreso e risolto, ma occorrerebbe una macchina del tempo che col senno del poi ci permettesse di rivedere il percorso compiuto in cinque anni.

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Cinema o realtà?

Un insospettabile bidello di scuola, si scopre essere in realtà un pericoloso bandito che effettua rapine a mano armata prendendo in ostaggio i bambini delle sue vittime. Bambini della stessa età di quelli che accudisce al mattino come lavoratore precario assunto dal Comune e piazzato in un istituto della periferia di Palermo. Si scopre anche che il Comune era al corrente di un suo già noto curriculum criminale ma che questo non abbia impedito l’incarico stipendiato con denaro pubblico, per via di una generale tolleranza con cui la vecchia politica maschera speculazioni elettoralistiche.
Protagonista, tra gags comiche e atmosfere surreali, è il vivace Verdone.
La notizia si trova nella “cronaca” di Repubblica. Avremmo preferito trovarlo nella rubrica “cinema”…

Siamo tutti deficienti

La sentenza di condanna della docente Giusi Valido, che aveva fatto scrivere cento volte “sono deficiente” ad un suo alunno bullo, desta legittime perplessità al di là delle spiegazioni formalmente ineccepibili del giudice. Le posizioni dei sostenitori di una o l’altra delle due posizioni possibili in questa vicenda devono infatti ricordare che se la Legge tende ad essere “esatta” altrettanto è difficile dirsi per l’educazione. Questa è un processo che deve di continuo riformulare persino i propri presupposti in ragione del mutare del panorama culturale come del clima sociale e tenere conto di una molteplicità di valori ed esigenze che di frequente confliggono tra loro. L’educatore, dunque, è sostanzialmente costretto a essere anche un mediatore. Aspetto da cui il giudice estensore della sentenza può prescindere. Si tratta di una differenza importante.

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