Dopo il gender: la scuola insegnerà la corruzione

Non mi piace la deferenza. È indice di mediocrità per chi la soffre, è segno di stupidità per chi ne gode. Chi studia e costruisce una mente capace di senso critico non prova mai deferenza, bastano il rispetto profondo per l’altro e l’ammirazione sincera per i migliori.

Dovrebbe essere la scuola a insegnarlo. A noi lo ha imposto la corruzione.

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Quanto è diventato difficile motivare gli alunni

Dopo le dichiarazioni relative al titolo di studi. “Due settimane fa la ministra Valeria Fedeli in un discorso ha fatto incontrare Vittorio Emanuele III e Napoleone Bonaparte, che in realtà è nato esattamente cento anni prima del Re. Insomma, capita. Specie quando c’è di mezzo la maturità. Nel 2005 in una tracca, pardòn, traccia, il ministero ha collocato U…continua
 
Ma ai nostri alunni cosa possiamo dire o spiegare? Come motivarli e persuaderli che studiare è importante? Alla fine, è rimasto qualcosa di importante?

Dirigenti scolastici: all’armi!

La scuola è una realtà complessa. Si tratta di un’affermazione diffusissima e sempre presente nei discorsi di chi se ne occupa come operatore, di chi riveste ruoli istituzionali e politici. Temo, tuttavia, che si tratti quasi sempre di un modo improprio di esprimersi, nel senso che l’aggettivazione “complessa” è semplicemente adoperata come sinonimo di “complicata”.

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La solitudine dei prof nelle scuole “difficili”

La solitudine dei prof nelle scuole “difficili”. L’articolo integrale su Repubblica Palermo 4-3-2017

Chi, in questa città oberata di periferie abbandonate, può dirsi stupito del blitz delle Forze dell’Ordine nel ghetto dello ZEN? E chi se la sente di mostrarsi inorridito per le dichiarazioni di una donna: “Gli sbirri hanno portato via il padre a mio figlio” (Repubblica del 2-3/2017).  Leggi tutto “La solitudine dei prof nelle scuole “difficili””

GILDA e la violenza subliminale

Qualcosa non mi ha mai convinto nel mondo della scuola. Un mondo pieno di luoghi comuni e interessi sotterranei. Il solo luogo comune che mi sembra abbia diritto di cittadinanza, parlando dei servitori dello Stato che con varie funzioni lavorano nella scuola, è quello che recita: siamo tutti nella stessa barca. Evidentemente qualcuno lucra attraverso azioni costanti ed opache, ma sempre travestite di rivendicazionismo, sulle innumerevoli iniziative ed interventi guidati però dal principio: divide et impera.

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I dirigenti invisibili

C’era una volta il Preside. Poi vennero i Dirigenti scolastici. In Italia accade spesso che si cambino nomi, sigle, titoli. E cosa in realtà accada, dietro i nomi nuovi, le sigle reinventate, i titoli rinnovati, è noto dai tempi di Tomasi di Lampedusa… e forse accadeva da prima.

Per fortuna c’è qualcosa che dà continuità a queste figure del mondo della scuola: erano sconosciuti prima e lo sono rimasti dopo. Il Governo non ha mai saputo chi fossero, nel senso che non hanno mai saputo rispondersi alla domanda preliminare di ogni riforma o riformetta, su chi deve essere e che ruolo deve avere il Preside/Dirigente scolastico Leggi tutto “I dirigenti invisibili”

Presidi e Magistrati alla pari. Forse…

Mia nonna raccontava che ai suoi tempi, le personalità in paese erano tre: il farmacista, il giudice, il direttore didattico.

Il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricevuto al Quirinale i magistrati ordinari in tirocinio, gli ultimi nominati del gennaio 2016. Presenti all’incontro anche il Ministro della Giustizia, il Vice Presidente del CSM e tanti altri “importanti” rappresentanti delle Istituzioni.

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Sanremo e il premio ai docenti

Non è vero che in Italia non si premi il merito. Lo fa, per esempio, il Ministero dell’Istruzione che ha istituito un Premio per il miglior docente, ovviamente intitolato Teacher Prize, proprio in Italia “dove le competenze in una lingua straniera costituiscono da sempre un tallone d’Achille” secondo il parere di INDIRE (in un rapporto sulla formazione docenti per il CLIL, http://www.indire.it/2016/11/23/clil-esperienza-nazionale-di-formazione-docenti/).

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Cosa valgono i docenti

Torno a riflettere sull’introduzione, in forza di un decreto delegato, di una derubricazione delle insufficienze che renderà la maturità dei nostri studenti un impegno sempre meno impegnativo. Ho già chiarito come si tratti di un provvedimento che in ultima analisi rende sempre più rigida la nostra società che ha invece bisogno di recuperare grande mobilità, pena la morte per asfissia. I sintomi sono sotto gli occhi di tutti. Ora mi chiedo quale idea di “docente” stia dietro un provvedimento che annienta il valore del giudizio di un insegnante, di quelli cioè che si ostineranno a conferire una insufficienza. Al netto di quelli che invece, giustamente avviliti da continue innovazioni senza respiro strutturale, sceglieranno invece la strada del disimpegno.

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Nuova maturità: un altro vuoto a rendere

Cambia l’esame di maturità. Probabilmente si tratta dell’annuncio più clamoroso per la platea degli studenti che sostanzialmente resterà indifferente al contenuto delle otto deleghe con cui il neo Ministro, decisa a resistere alle polemiche sulle false dichiarazioni rilasciate circa il proprio curriculum, intende lasciare un segno del proprio passaggio. Anche lei. Alla fine, in termini concreti e con uno sguardo capace di stare dentro le piccole miserie umane, il vero problema di ogni guida del Ministero della pubblica Istruzione, è tutto qua: farsi ricordare, nel bene o nel male, ma restare nella “storia”. Che poi, cosa intendano per “storia”… Leggi tutto “Nuova maturità: un altro vuoto a rendere”