Cuanto vale una vida

Texto en español – Testo in italiano

Se dice que los justos mueren mientras duermen. Es una idea que relaciona la calidad de vida con la calidad de la muerte. Ambas cualidades definen al hombre justo. Y la justicia es uno de los valores más profundos y necesarios de la vida social.

Este nodo conceptual que vincula la vida, la muerte y la justicia es el espacio filosófico y jurídico donde se juega el juego de la civilización de las sociedades modernas. Tanto la vida como la muerte, en efecto, plantean problemas éticos relativos al derecho a crear y a extinguir la vida. La fecundación in vitro y la eutanasia son los ejemplos más explícitos de una pregunta que nace con el hombre: ¿quién soy yo? ¿Nacemos por casualidad o por un acto de voluntad? ¿Morimos por el destino o por un acto de voluntad? y aquí comprendemos de dónde viene la pregunta fundamental “¿quién soy yo?”. Desde el descubrimiento del Otro.

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La cantonata di Macron e una proposta a costo zero

Le ideologie sono morte. Per fortuna, perché ciò che fa una ideologia è rendere ciechi rispetto alla realtà viva. Ogni ideologia tenta di piegare la realtà ai propri principi, forza gli esseri umani a coincidere con un modello teorico per auto giustificarsi. Il post modernismo non è privo di principi a causa della morte delle ideologie, lo è per una forma di individualismo esacerbato che appare funzionale a certe dinamiche politiche e sopratutto economiche per contenere le quali non esistono più gli argini un tempo affidati al pensiero critico diffuso. La cultura di massa ha quasi estinto gli antidoti democratici contro le prepotenze del potere.

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El duelo inevitable entre conciencia y burocracia

(testo in spagnolo e italiano)

Pandemia. Lo he dicho así que ya se debería haber entendido que el contexto de esta reflexión es lo que le ha estado sucediendo al mundo globalizado en los últimos años (a estas alturas podemos usar el plural y declarar extinta la esperanza del fenómeno “efímero”).

Horkheimer tenía razón, somos la epifanía de su profecía y vivimos en la era de sociedades plenamente administradas. Vida y salud incluidas. Los gobiernos deciden quién debe salvarse primero y lo hacen según esquemas mentales que corresponden a las jerarquías responsables de la gestión de las instituciones. Si los dinosaurios de un mundo en crisis están gobernando, los primeros en salvarse deben ser los dinosaurios. La estrategia no es colectiva, sino jerárquica. La retrospectiva nos hace comprender que la crisis económica y social, así como la psicológica y antropológica, habría sido menor si las prioridades se hubieran revertido y hubiéramos comenzado a salvaguardar la parte más joven, fuerte y móvil del país, como lo habría hecho una comunidad tradicional en la que las instituciones y su lenguaje, la burocracia, aún no habían ocupado el lugar de las personas. No me extraña que la variante delta del virus, a día de hoy, sea mucho más agresiva y que este riesgo, previsible, lo hayamos dejado a los más jóvenes después de habernos asegurado la vacuna a nosotros adultos, ancianos, viejos, muy viejos y dinosaurios.

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Educazione e futuro. Ma quale?

Ci siamo. Ecco la nuova squadra di governo. Venticinque tra uomini e donne, con un rapporto di diciassette a otto che sembra una realistica rappresentazione del diverso grado di interesse alla politica dei due universi, se proprio si deve farne una questione di genere.

Dieci componenti sono in quota “tecnici”, ovvero coloro ai quali è demandato il compito di salvare il Paese che però è dagli anni Settanta del secolo scorso che deve sempre essere salvato (cfr. mio articolo precedente). Quindici sono la garanzia che si tratta di un governo politico nel senso delle chiacchiere con cui in Italia si gioca a far finta di ricercare il bene del paese. Quattro ai cinque stelle perché mantengano il primato conseguito alle elezioni a cui ci stiamo disabituando come alla libertà a causa del Covid; tre a Forza Italia, tre alla Lega, tre al PD perché possa esserci il maggior consenso possibile nell’arena di Montecitorio; uno a LEU perché aveva posto un veto alla Lega ma poi ha detto che no e poi… nessuno sa perché insomma. Leggi tutto “Educazione e futuro. Ma quale?”

Boom Italia

Sono nato nel 1962 . Gli anni del Boom economico italiano. Ma questo l’ho appreso dai libri di storia. A quel tempo ero troppo piccolo per avere memoria di questa età felice del nostro Paese. I primi ricordi che ho della situazione sociale e politica italiana risalgono agli anni Settanta, quelli della crisi petrolifera e delle sue ripercussioni per un intero decennio e in tutto il mondo. Il ricordo delle domeniche in bicicletta a causa dell’austerity, non basta a salvare il decennio che precipitò il Paese negli orrori di una contestazione sociale che ha condizionato il nostro futuro politico, sociale e culturale. Leggi tutto “Boom Italia”

Corona virus, accettare la sfida

La guerra del Corona virus non è una guerra. Direi, piuttosto, una sfida. Vediamo perciò di comprendere insieme i termini di questa sfida.

Al suo insorgere, effettivamente, la dimensione “epidemica” che di volta in volta coinvolgeva singoli paesi, metteva in campo dispositivi di intervento, e dunque forme di pensiero, riflesso di modelli ancora tradizionali. In un saggio del 2010, Byung-Chul Han rifletteva sugli scenari contemporanei rilevando il generale attardamento delle società, quelle occidentali in testa, su modelli desueti. Modelli che nella sua lettura riflettevano un paradigma “immunologico” non più capace di cogliere la complessità contemporanea. Di questa, infatti, ne sottolineava la sostanziale incompatibilità col precedente modello immunologico. I modelli del passato sono quelli di un’epoca che chiama “batterica” dove è essenziale la presenza di un “altro” contro il quale opporsi. Ma l’epoca contemporanea è piuttosto un periodo “virale”, un tempo, cioè, in cui non esiste più una distinzione netta tra interno ed esterno, tra amico e nemico. Tanto la sfera biologica quanto quella sociale, in sostanza, sono state caratterizzate da dinamiche di “attacco e difesa” che hanno trovato nell’Altro, nell’Estraneo il necessario opposto. Oggi “al posto dell’alterità abbiamo invece la differenza che non provoca alcuna reazione immunitaria”[1]. Leggi tutto “Corona virus, accettare la sfida”

Il poeta muore sempre due volte

Ho recentemente seguito i lavori di un congresso a Buenos Aires. L’occasione è stata ritenuta ghiotta per invitare – senza alcuna ragione a mio avviso – la compagna degli ultimi anni di Borges, Maria Kodama, sposata pochi mesi prima di morire. Mi è già capitato altre due volte di trovarla ospite da qualche parte per ricevere premi alla memoria del marito, che però, in pratica nascono pensati per lei e a lei vengono consegnati. Mi chiedo se nella loro casa siano di più quelli ricevuti da lui o quelli accumulati da lei da quando la sorte ha deciso che il primo tornasse ad alimentare il ciclo dell’universo, mentre l’altra restava ancora quaggiù a poggiare i piedi sul pianeta azzurro. Evento del tutto casuale che però è intervenuto a decidere le sorti del futuro, per lo meno di quello immediato, di quella eredità intellettuale che George ha lasciato ad una umanità variamente popolata e che rimane vincolato alle “autorizzazioni” della moglie sopravvivente. Leggi tutto “Il poeta muore sempre due volte”

Immigrazione: nessuna verità

Non entro nel merito (la mia posizione è nota avendo lanciato una sottoscrizione per l’abolizione del permesso di soggiorno), ma osservo: un giudice inquisisce un ministro per snaturare una scelta chiaramente politica, certamente non una scelta delinquente. È legittimo? È democratico? Chi verifica che l’azione dei giudici sia davvero trasparente, disinteressata, apolitica?

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Lotta di genere: la sconfitta degli uomini

Non si riesce a parlarne, il tema rientra tra quelli “no politically correct”. Eppure la situazione è urgente da tempo. Sto parlando dell’eccessiva e colpevole femminilizzazione della scuola che sta producendo, da decenni, danni la cui portata si avvertirà ormai a breve, e durerà a lungo. Perché i processi culturali sono lenti come i cambiamenti che stimolano.

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La scuola degli squilibri

Dalla mia città, Palermo, giunge la notizia di un genitore che ha picchiato un docente. Fidando in una chiacchiera della figlia, senza chiedere un confronto, il cavernicolo ha aggredito ed avuto la meglio su un insegnante, colpevole di fare l’educatore. Magari tra le sue mani imbecilli e i suoi occhi primitivi, è finita una copia fotostatica di un testo di Ibn Hawqal, autore arabo del X secolo, che proprio in Sicilia compì un viaggio in occasione del quale ebbe modo di denigrare i docenti come infedeli (ah cani!), vigliacchi e pessimo esempio per le nuove generazioni in quanto proprio essi, i docenti, si mostravano riottosi al combattimento in nome dell’oppressore. Il docente ora giace ricoverato in ospedale mentre lo scimmione se ne sta a guardare la tivu a casa con in braccio la figliola a cui starà passando perle di saggezza fognaria.

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