El otro Covid – L’altro Covid

(testo in spagnolo e italiano)

La pandemia ha estado alimentando el imaginario colectivo durante más de un año e influyendo en el tejido relacional a nivel mundial. Esto ya ha provocado la modificación de comportamientos generalizados con consecuencias relativas sobre las formas sociales que definen nuestra calidad de vida.

El martilleo cotidiano, intenso, compulsivo, detallado y superficial, profundo e inexacto, contradictorio e imponente, también ha provocado efectos devastadores en ese espacio cada vez más oculto que son nuestra conciencia y nuestro inconsciente. Leggi tutto “El otro Covid – L’altro Covid”

Pandemia: il più grande fenomeno (non) controllato di Bias confermativo

Sappiamo tutti cosa sia concretamente una pandemia. Lo abbiamo imparato nel 2020 per ragioni di forza maggiore che ci hanno costretto ad uscire da una nozione teorica per sperimentare sulle nostre vite cosa significhi condividere a livello mondiale un problema epidemico.

Quello che non sappiamo ancora è cosa in realtà sta succedendo alla società della globalizzazione. Fino ad oggi, con questo termine abbiamo inteso fenomeni legati al commercio e alla finanza. La classifica annuale dei tycoon passata dai media di tutto il pianeta è un elemento rappresentativo e simbolico di questa concezione. Non era ancora accaduto che la società globale, intesa come massa di miliardi di persone in carne ossa e vita, sperimentasse su se stessa il contenuto di questo epocale cambiamento. La possibilità di viaggiare con RyanAir a costi accessibili per tutti, di acquistare on line un tavolo per la cucina fatto a Singapore e spedito con Amazon e altre divertenti cose simili ci restituivano una immagine simpatica e desiderabile della globalizzazione. Altra cosa è stata la sofferenza derivante dalle misure restrittive della libertà personale imposte da protocolli di salute pubblica che i vari paesi del mondo hanno assunto quasi unanimemente. Leggi tutto “Pandemia: il più grande fenomeno (non) controllato di Bias confermativo”

Educazione e futuro. Ma quale?

Ci siamo. Ecco la nuova squadra di governo. Venticinque tra uomini e donne, con un rapporto di diciassette a otto che sembra una realistica rappresentazione del diverso grado di interesse alla politica dei due universi, se proprio si deve farne una questione di genere.

Dieci componenti sono in quota “tecnici”, ovvero coloro ai quali è demandato il compito di salvare il Paese che però è dagli anni Settanta del secolo scorso che deve sempre essere salvato (cfr. mio articolo precedente). Quindici sono la garanzia che si tratta di un governo politico nel senso delle chiacchiere con cui in Italia si gioca a far finta di ricercare il bene del paese. Quattro ai cinque stelle perché mantengano il primato conseguito alle elezioni a cui ci stiamo disabituando come alla libertà a causa del Covid; tre a Forza Italia, tre alla Lega, tre al PD perché possa esserci il maggior consenso possibile nell’arena di Montecitorio; uno a LEU perché aveva posto un veto alla Lega ma poi ha detto che no e poi… nessuno sa perché insomma. Leggi tutto “Educazione e futuro. Ma quale?”

Boom Italia

Sono nato nel 1962 . Gli anni del Boom economico italiano. Ma questo l’ho appreso dai libri di storia. A quel tempo ero troppo piccolo per avere memoria di questa età felice del nostro Paese. I primi ricordi che ho della situazione sociale e politica italiana risalgono agli anni Settanta, quelli della crisi petrolifera e delle sue ripercussioni per un intero decennio e in tutto il mondo. Il ricordo delle domeniche in bicicletta a causa dell’austerity, non basta a salvare il decennio che precipitò il Paese negli orrori di una contestazione sociale che ha condizionato il nostro futuro politico, sociale e culturale. Leggi tutto “Boom Italia”

Solitudine dei numeri primi: Sam Bartram e Hiroo Onoda

“Era il 25 dicembre 1937 e a Stamford Bridge si affrontavano Chelsea e Charlton Athletic. Al 55′, sul punteggio di 1-1, l’arbitro e i capitani decisero per la sospensione della gara ma l’estremo difensore – e in seguito leggenda – degli Addicks non se ne accorse e rimase in campo per mezz’ora in uno stadio ormai vuoto. Lo ritrovò un poliziotto a cui spiegò: “Pensavo stessimo attaccando da un po’”. (https://www.ilmemoriale.it/sport-spettacolo/2018/10/18/la-storia-di-sam-bartram-il-portiere-perso-nella-nebbia.html). Leggi tutto “Solitudine dei numeri primi: Sam Bartram e Hiroo Onoda”

Perché essere orgogliosi dell’omosessualità?

30 giugno 2019

Quando si parla di omosessualità, molto spesso si associa un concetto, un valore che presumibilmente dovrebbe essere espresso dalla parola “orgoglio”. I giornalisti, che per natura sono dipendenti dalle scorciatoie espressive e dunque sempre inclini all’uso di etichette e luoghi comuni, corroborano tale associazione al punto che statisticamente omosessualità e orgoglio sono connessi come Murano e Burano, muschi e licheni, Inter e Milan e così via. Ma resta la domanda, mai banale, perché l’omosessualità necessita di orgoglio? Che relazione esiste tra i due termini? Che funzione svolge sul piano sociale e comunicativo? E, infine, siamo sicuri che questa associazione faccia del bene agli obiettivi socio-culturali di un movimento che sostanzialmente dovrebbe essere di rivendicazione di pari diritti e dignità? (e qui uso temporaneamente il termine “dignità”, a mia volta per esigenze di immediatezza esplicativa). Leggi tutto “Perché essere orgogliosi dell’omosessualità?”

Tra Heidegger e il Covid 19

Il tempo che stiamo vivendo, viene definito da tutti come un tempo “sospeso”. Questa sensazione generale, quasi unanimemente condivisa, pone delle domande, su cosa significhi “sospeso” e, appesa alla precedente, per quanto tempo durerà questo tempo. Il nostro “essere”, cioè, vive una diversa dimensione temporale, una dimensione nella quale il tempo non è più solo una coordinata spaziale, correlata con la dimensione fisica dello spazio, ma diviene dimensione ontologica in cui ciascuno esplora uno spazio dimenticato o che ci si è abituati a ritenere residuale: la nostra interiorità. Leggi tutto “Tra Heidegger e il Covid 19”

Corona virus, accettare la sfida

La guerra del Corona virus non è una guerra. Direi, piuttosto, una sfida. Vediamo perciò di comprendere insieme i termini di questa sfida.

Al suo insorgere, effettivamente, la dimensione “epidemica” che di volta in volta coinvolgeva singoli paesi, metteva in campo dispositivi di intervento, e dunque forme di pensiero, riflesso di modelli ancora tradizionali. In un saggio del 2010, Byung-Chul Han rifletteva sugli scenari contemporanei rilevando il generale attardamento delle società, quelle occidentali in testa, su modelli desueti. Modelli che nella sua lettura riflettevano un paradigma “immunologico” non più capace di cogliere la complessità contemporanea. Di questa, infatti, ne sottolineava la sostanziale incompatibilità col precedente modello immunologico. I modelli del passato sono quelli di un’epoca che chiama “batterica” dove è essenziale la presenza di un “altro” contro il quale opporsi. Ma l’epoca contemporanea è piuttosto un periodo “virale”, un tempo, cioè, in cui non esiste più una distinzione netta tra interno ed esterno, tra amico e nemico. Tanto la sfera biologica quanto quella sociale, in sostanza, sono state caratterizzate da dinamiche di “attacco e difesa” che hanno trovato nell’Altro, nell’Estraneo il necessario opposto. Oggi “al posto dell’alterità abbiamo invece la differenza che non provoca alcuna reazione immunitaria”[1]. Leggi tutto “Corona virus, accettare la sfida”

Il giubilo e l’innocenza

Non mi piace il calcio. Ho sempre preferito gli sport. Sono cresciuto in questa dicotomia insanabile: il football da una parte, gli sport dall’altra, tutti gli altri. Ma non come la raffinata distinzione degli inglesi tra Jam e Marmalade che pone una differenza in positivo che ci saremmo attesi dalla Sicilia, posto che Marmalade si può dire solo delle arance mentre Jam di qualsiasi confettura. Leggi tutto “Il giubilo e l’innocenza”