Giravo per la mia città… con dei napoletani ho scambiato qualche chiacchiera sulla loro città… siamo entrati in una pasticceria e abbiamo ordinato: un tiramisud, please…
I giovani della classe di mezzo. Un investimento per il futuro
Dovunque si ripete che c’è crisi. Io personalmente lo sento dire dagli anni Settanta, a parte la bolla cialtrona degli Ottanta e della sua ridicola pretesa “rampante”. Ogni tanto arriva qualche segnale confortante di ripresa ma troppo distante dalla vita reale per diventare significativo e diffuso.
Ecco come la vedo io: Leggi tutto “I giovani della classe di mezzo. Un investimento per il futuro”
Agli amici cari dell’infanzia
La mafia e l’epica
La mafia si nutre di epica. Ne ha bisogno come di una pozione magica. Ne va del suo valore coercitivo, senza cui la ridicola epopea del coraggio recitato, l’idiota baldanza delle armi, la meschina tutela dell’omertà non avrebbero efficacia né presa sui maledetti vili che si assoggettano senza neanche chiedere aiuto. Ma quel che più mi disturba è il contributo imbelle di chi non dovrebbe, di chi si ritiene dedito ad altro. Ai giornalisti, per esempio, rimprovero l’inadeguata capacità di uso e controllo della lingua. Parlando di mafia, credo si debbano tenere attenzioni elevate già nella scelta del lessico, non si può e non si deve fare ricorso a toni epici parlando di individui del genere dei mafiosi, solitamente ometti di nessuno spessore. Si finisce col contribuire a mantenere una leggenda della mafia che ne alimenta la fortuna culturale, aspetto che la rende quasi invincibile. Purtroppo, fatta eccezione per un manipolo di giornalisti bravissimi e competenti in sommo grado, la massa di quanti fanno cronaca nera è talmente inconsapevole delle conseguenze nefaste di questo improprio linguaggio, incline alla coloritura naif, alle espressioni da film, che ne dovremo vedere ancora delle belle su questo pianeta… prima di dire addio al sentire mafioso che tutti ci riguarda.
Il Parlamento e l’impossibile cambiamento
Del privilegio
Le Caste
È da riconoscersi che perseguendo, per giusta tensione, l’abolizione dei “processi di piazza”, abbiamo però costruito una tale ragnatela di garanzie che abbiamo dato vita a una civiltà della finzione giuridica che si disinteressa della Verità e stritola ogni possibilità di Giustizia (salvo rare eccezioni). Lo dimostrano le innumerevoli storture che vanno in scena nei nostri tribunali. E credo che un tale stato di cose perdurerà fintanto che nel nostro Parlamento sarà presente questa inutile maggioranza di avvocati e tecnici della legge, meccanismo e non strumento. La civiltà giuridica di un Paese non si costruisce con i tecnicismi legali, troppo spesso collegati a veri interessi di lobby, si costruisce con il confronto e la partecipazione di rappresentanti provenienti dalle diverse aree del Paese, intese come fasce di popolazione, con riguardo cioè alla geografia umana reale di un dato momento storico. Le Caste, negano tutto questo.
L’odore di mafia
Nella mia vita ho offeso alcune persone. Come tutti del resto. Credo. Per quanto, sinceramente, non possa dire di essere un attaccabrighe. Gran parte di questi, infatti, erano persone “in odore di mafia”. Come moltissimi, da noi. Certo, trattandosi di mafia, dovrebbe dirsi “puzza” ma l’espressione è quella: odore di mafia. Si tratta di un alone con cui vengono marchiate persone diversissime: avocati, costruttori, commercianti, etc. E molti che vivono di politica, come si dice di questa categoria divenuta parassita senza idee e con molti appetiti.
Siamo tutti deficienti
Statali, raggiunto un accordo Governo-sindacati per la produttività e il merito
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