Il cambiamento

Provengo da una scuola di pensiero secondo cui il massimo dell’astrazione consente il massimo della concretezza, ragione per la quale teoria e prassi sono necessariamente complementari e non alternative come si tende a sostenere da più parti. Così, ragionando del cambiamento, vorrei dire preliminarmente due cose: il cambiamento è una dinamica che apre al nuovo. Parlando del nostro tempo e della nostra società, associamo il cambiamento al nuovo, ovvero ai giovani, al futuro. Questa è la prima cosa. Leggi tutto “Il cambiamento”

La nuova formazione…

Da mesi si trascina la querelle tra gli enti di formazione professionale e la Regione Sicilia. Dopo il solito canovaccio di scioperi, sit-in, aggressioni, dichiarazioni e smentite, tavole rotonde e comunicati stampa, ora si è aperta la stagione della caccia… al ladro. Quello che in tanti hanno già appurato e denunciato, adesso è scritto sui verbali dell’Ispettorato del Lavoro e, per restare nell’ambito della metafora venatoria, adesso sono volatili per diabetici. In pieno contrasto con quanto disposto da una legge specifica del 2008, gli enti di formazione hanno infatti assunto altro personale non altrimenti reperibile né entro l’organico del proprio ente, né presso i concorrenti. Inutile chiedersi perché.

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Luisa Corna santa subito

18 settembre 2011, “Festa della Lega”, che già di per sè sarebbe un controsenso perchè la festa, ritualmente e simbolicamente, scioglie (ruoli, compiti, significati, etc.) e non Lega. Ho sentito le ultime dichiarazioni di Bossi che evoca il pericolo del fascismo e chiama in adunata i popoli della Padania per la secessione. Tecnicamente un altro controsenso se si pensa alla retorica fascista e alla sua idiota e farneticante ideologia. Ma questo per chi ha cervello per comprendere le contraddizioni.
La sola conclusione che se ne può ricavare, seppure ancora una volta triste e desolante, è che se nel Paese nessuno ha le pal… per arrestare chi incita allo smembramento dell’Unità nazionale, mentre si è ancora dentro il 150° anniversario della inutilmente celebrata Unità d’Italia; se nessuno in questo confuso e disordinato Paese ha le pal… per fare tacere un violento fratricida, ingrato del sangue versato dai suoi come dai nostri avi; se nessuno nel Paese tra i più corrotti al mondo ha le pal… per disinnescare un ordigno mal parlante che col proprio figlio ha dato l’esempio di come il bene pubblico gli stia sulle pal…;
allora vogliamo Luisa Corna santa subito! Lei, come il colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, almeno ci ha provato…
(articolo apparso nel sett 2011 su: www.ilvespro.it)

Tagliare posti di lavoro per contenere i costi della politica? No, grazie

Tempo di crisi, persino i politici studiano forme di contenimento dei costi della politica. Naturalmente tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare della burocrazia. Lo Stato, infatti, si accinge a dimezzare il numero dei consiglieri dei comuni medi e piccoli. La Regione Sicilia dovrà recepire con legge propria e così la burocrazia… Leggi tutto “Tagliare posti di lavoro per contenere i costi della politica? No, grazie”

I giovani della classe di mezzo. Un investimento per il futuro

Dovunque si ripete che c’è crisi. Io personalmente lo sento dire dagli anni Settanta, a parte la bolla cialtrona degli Ottanta e della sua ridicola pretesa “rampante”. Ogni tanto arriva qualche segnale confortante di ripresa ma troppo distante dalla vita reale per diventare significativo e diffuso.
Ecco come la vedo io: Leggi tutto “I giovani della classe di mezzo. Un investimento per il futuro”

Agli amici cari dell’infanzia

Agli amici cari dell’infanzia con cui, in quest’epoca, ci rivediamo intorno al dolore della perdita di qualcuno dei nostri genitori.
Il dolore è prova. Fosse diversamente, Cristo non avrebbe abbracciato la Croce come La Via. E questo non significa, come erroneamente talvolta creduto, che la vita sia dolore. Ne è la prova, prova di vita insomma, prova che essa, la vita, è.
Banalmente, la prova del dolore fisico segnala, nel dubbio, il permanere della vita biologica. Così vita e dolore sono legati indissolubilmente. E il dolore che proviamo quando perdiamo qualcuno che amiamo è la prova che quel qualcuno ancora vive, nel nostro dolore appunto ed in esso insiste la forza della sua vita, che invece scompare nella dimenticanza che è, infatti, assenza di dolore.
Della vita, dunque, il dolore è la prova necessaria e ineluttabile. Poiché la vita com-prende il dolore, lo tiene in sé, inverando se stessa per il suo tramite.

La mafia e l’epica

La mafia si nutre di epica. Ne ha bisogno come di una pozione magica. Ne va del suo valore coercitivo, senza  cui la ridicola epopea del coraggio recitato, l’idiota baldanza delle armi, la meschina tutela dell’omertà non avrebbero efficacia né presa sui maledetti vili che si assoggettano senza neanche chiedere aiuto. Ma quel che più mi disturba è il contributo imbelle di chi non dovrebbe, di chi si ritiene dedito ad altro. Ai giornalisti, per esempio, rimprovero l’inadeguata capacità di uso e controllo della lingua. Parlando di mafia, credo si debbano tenere attenzioni elevate già nella scelta del lessico, non si può e non si deve fare ricorso a toni epici parlando di individui del genere dei mafiosi, solitamente ometti di nessuno spessore. Si finisce col contribuire a mantenere una leggenda della mafia che ne alimenta la fortuna culturale, aspetto che la rende quasi invincibile. Purtroppo, fatta eccezione per un manipolo di giornalisti bravissimi e competenti in sommo grado, la massa di quanti fanno cronaca nera è talmente inconsapevole delle conseguenze nefaste di questo improprio linguaggio, incline alla coloritura naif, alle espressioni da film, che ne dovremo vedere ancora delle belle su questo pianeta… prima di dire addio al sentire mafioso che tutti ci riguarda.

Il Parlamento e l’impossibile cambiamento

Quanto spesso si parla di cambiamento in Italia? Molto e per lo più inutilmente o per finta. Non vi è settore in cui non si avverta questa esigenza che pure, una volta concretizzata in preliminare iniziativa legislativa, sempre pare arenarsi davanti alle tante aperte conflittualità (e alle infinite sotterranee) che dividono, quasi su ogni dettaglio, le squadre presenti in Parlamento. La domanda, dunque, diviene per forza di cose la stessa di sempre: cosa succede alle Camere che frena o impedisce ogni cambiamento?

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